BARI - Sul sito del ministero dell’Economia è stato pubblicato il bando della gara pubblica relativa alla progettazione del Parco della Giustizia di Bari, che sorgerà nelle ex caserme dismesse «Milano» e «Capozzi».
«Voglio ringraziare il ministro Bonafede e tutti i dirigenti e i tecnici del suo dicastero che stanno dando corpo ad un progetto ambizioso che la città attende da anni», commenta il sindaco Antonio Decaro secondo «è una prima pietra simbolica di quella che sarà la più grande opera pubblica realizzata a Bari negli ultimi cinquant'anni».
Ammonta a poco più di 380 mila euro l'importo del bando dell’Agenzia del Demanio per affidare i rilievi tecnici propedeutici al progetto del Parco della Giustizia di Bari.
La gara europea con procedura aperta è stata pubblicata oggi sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanza e riguarda «l'affidamento di servizi attinenti all’architettura e all’ingegneria relativi alle indagini preliminari al progetto di fattibilità», consistenti «nel rilievo plano-altimetrico del compendio immobiliare, nel rilievo plano-volumetrico degli immobili esistenti, nelle indagini geologica, geotecnica, idrologica, ambientale e vegetazionale, oltre lo studio di inserimento urbanistico da eseguirsi presso l'area occupata dalle caserme dismesse "Milano" e "Capozzi" di Bari di proprietà dello Stato da destinare a Nuovo Parco della Giustizia».
I termini per la presentazione delle offerte scadranno il 10 dicembre. L’azienda aggiudicataria avrà 150 giorni per eseguire i rilievi e presentare all’Agenzia del Demanio l’esito delle indagini preliminari «con particolare riferimento - si legge nel bando - agli aspetti ambientali e del sottosuolo, oltre al rilievo delle preesistenze», cioè 13 immobili per complessivi 138 mila metri quadri.
«Da quando abbiamo cominciato questo percorso, nel 2014 - aggiunge il sindaco Decaro - ci sono stati momenti di grande preoccupazione e sconforto, ma mai abbiamo pensato di mollare perché la giustizia è una funzione centrale e delicata per una comunità, e i luoghi in cui si svolge devono esserne degni e all’altezza. Il primo passo di oggi vorrei fosse dedicato a tutti gli operatori del sistema giudiziario, che anche nei mesi più difficili, quando hanno dovuto lavorare sotto una tenda, non hanno mai fatto mancare il loro impegno e la loro professionalità».