Domenica 07 Settembre 2025 | 10:13

Bari, si torna allo stadio ma niente cori: i tifosi contro la proposta

 
davide lattanzi

Reporter:

davide lattanzi

stadio di Bari

Fa discutere la soluzione adottata nel Regno Unito

Mercoledì 19 Agosto 2020, 11:40

Bari - Che fosse allo stadio Della Vittoria o adesso al San Nicola, la «Curva Nord» è un vero simbolo della baresità. Con la sua passione, i colori, i cori ed i tamburi è da sempre un modo di tifare che ha lasciato una traccia distintiva profonda in Italia. Lo scorso 1 marzo è andata in scena l’ultima «recita», in Bari-Avellino.

Poi il lockdown, i lunghi mesi senza calcio, la ripresa a porte chiuse, tra la sofferenza per non poter sostenere la squadra del cuore nel momento clou del campionato e non poter nemmeno versare lacrime per la finale dei playoff dello scorso 22 luglio che ha sbarrato ai biancorossi la strada verso la serie B. Il campionato riprenderà il prossimo 27 settembre, tra mille incognite. La pandemia da coronavirus non dà certezze. Non si sa se gli stadi riaprire o in quale modalità. L’Inghilterra sta provando a tracciare una strada: riaperture parziali, ingressi contingentati, distanza tra gli spettatori, divieto di assembramento e persino di intonare cori per evitare l’effetto droplet, ovvero il propagarsi delle goccioline in aria. Un mondo diverso, insomma, rispetto a quello che ha contraddistinto generazioni di tifo.

«Inutile negarlo: per noi tifosi è stato un periodo di enorme sofferenza - afferma Franco Spagnuolo, presidente del Centro Coordinamento Club La Bari siamo Noi - È come se da mesi non vedessimo il nostro grande amore. Ma non possiamo pretendere nulla: stiamo vivendo un periodo terribile e la priorità è uscirne. Se prima il paradosso era riaprire le discoteche e tenere chiuso gli stadi, di certo ora non ci aspettiamo che si possa tornare sulle nostre amate gradinate proprio nel momento in cui richiudono le sale da ballo. Il calcio in Tv non può bastarci: perde la sua essenza, ogni tipo di pathos. E soprattutto non avvicina i più piccoli. Ho visto i requisiti del modello inglese, ma difficilmente sarebbero applicabili in Italia. Ricordiamo che nel Regno Unito allo stadio non si può nemmeno bere se non si bar degli stadi. Da noi c’è spesso la tendenza a trasgredire norme ben più banali: penso che difficilmente si riuscirebbe ad applicare tante e tali limitazioni. Per ora l’unica è sperare in una reale risoluzione al problema della pandemia: i compromessi non sono semplici da attuare».

È stato uno dei primi riferimenti del tifo organizzato barese, oggi Roberto Maffei vive il San Nicola prevalentemente con le due figlie. «Il Bari mi manca da morire, ma da medico (è odontoiatra, ndc) concordo sul fatto che le situazioni non vadano forzate: abbiamo visto quali sono stati gli effetti di un allentamento forse troppo precipitoso di alcune misure. Vedere il Bari in televisione è persino innaturale per chi ha trascorso una vita accanto alla squadra biancorossa, ma riaprire gli stadi secondo le disposizioni che si stanno varando in Inghilterra è persino peggio. Perché verrebbero tutti quei particolari che rendono magica l’esperienza di una curva ad esempio.

Lo stadio è un luogo di condivisione, di socializzazione: quando si canta insieme, quando si esulta per un gol ed una vittoria o si soffre per una sconfitta è come essere un corpo unico. Vedere la partita a distanza di sicurezza, magari con la mascherina, senza poter stare insieme agli amici di sempre che senso avrebbe? Probabilmente andrebbero allo stadio persino persone differenti dagli utenti abituali e forse non comprenderebbero appieno la pienezza di un’esperienza che per milioni di persone è una parte irrinunciabile di vita. A quel punto, meglio aspettare che la pandemia sia sotto controllo, ma tornare alla vera essenza del calcio dal vivo. Forse apprezzeremo ancora di più quello a cui abbiamo dovuto rinunciare e sapremo godercelo meglio che in passato».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)