Sabato 06 Settembre 2025 | 17:59

Bari, i Cera alla conferenza di Forza Italia per Fitto, la Lega s'infuria: «Prenda le distanze»

 
Redazione online

Reporter:

Redazione online

Induzione indebita, nel Foggiano torna in libertà Napoleone Cera

Ad affermarlo è il segretario regionale pugliese leghista, D'Eramo

Domenica 28 Giugno 2020, 17:18

BARI - «È decisamente imbarazzante la notizia della presenza del consigliere regionale Cera e di suo padre alla conferenza stampa di Forza Italia alla quale è intervenuto anche Raffaele Fitto». Ad affermarlo è il segretario regionale pugliese della Lega, Luigi D'Eramo. Con queste dichiarazioni scoppia di nuovo la polemica all'interno del centrodestra tra il Carroccio e il candidato presidente alle Regionali 2020 scelto dalla coalizione dopo un confronto serrato durato mesi, con la Lega costretta ad accettare un ruolo da vice, senza ticket, per Nuccio Altieri, proposto dal partito diretto da Matteo Salvini.

«Che la coalizione debba aprirsi ed essere inclusiva - spiega D'Eramo - è una opzione che però non può e non deve scivolare nel peggiore trasformismo di chi, ancora oggi, sostiene la sinistra, la giunta Emiliano e con lui è addirittura coinvolto in vicende che la magistratura sta approfondendo. La Lega intende cambiare il governo della Regione, ma soprattutto la cultura di governo in Puglia, segnando una decisa discontinuità con modelli del passato che tanto male hanno fatto ai pugliesi. Abbiamo chiesto il cambiamento e difenderemo con ogni sforzo tale principio che, per la Lega, non è derogabile. Vogliamo una Puglia nuova e diversa! Chiediamo quindi a Fitto ed a Forza Italia di prendere immediatamente le distanze da quanto riportato dalla stampa», conclude il segretario leghista pugliese.

---

«Uniti con Fitto» Forza Italia si rilancia in Puglia (di Leonardo Petrocelli) 

Più che il presunto ticket Fitto-Altieri, l’unico vero «patto d’acciaio» nel centrodestra pugliese sembra essere quello tra il candidato governatore di Fratelli d’Italia e il suo ex partito, Forza Italia, con cui pure l’epilogo era stato burrascoso. Ma ieri mattina, negli spazi del Palace di Bari, alla presenza del vicepresidente Antonio Tajani e della senatrice Licia Ronzulli, oltre che di tutto lo stato maggiore del partito azzurro, si è consumato un vero e proprio matrimonio d’intenti. A suggellarlo, ad appena cinque minuti dall’inizio della conferenza stampa, una chiamata di Silvio Berlusconi. «Ti passo il presidente, vuole farti gli auguri», annuncia Tajani porgendo il cellulare a Raffaele Fitto. Vane le richieste di attivare il «viva voce». Ai microfoni rimbalzano solo le parole dell’ex ministro salentino che sorride e ringrazia.

Da qui in poi la strada è in discesa. È proprio Fitto ad aprire le danze per primo: «È da un po’ di tempo che il rapporto con Forza Italia ha ripreso intensità - riflette - stiamo cercando di riannodare un nastro , in nome dell’unità, cercando di capire quali siano stati gli errori fatti». Poi è Tajani ad impegnarsi in una promessa solenne: «Caro Raffaele, sappi che mi batterò per te come se il candidato fossi io». E d’altra parte gli azzurri, nelle settimane faticosissime della trattativa nazionale, si sono impegnati per Fitto con coerenza ed energia disegnando quello che è davvero l’asse più robusto tra i conservatori pugliesi. Non è un caso che dopo l’esordio Fitto-Meloni, targato Fratelli d’Italia, e l’incontro «monocolore» della Lega con Matteo Salvini e i suoi, quella tra le bandiere di FI sia stata la prima uscita di Fitto, da candidato, con un partito diverso dal proprio.

Dopo le strette di mano (virtuali) e gli inni collettivi all’unità, i toni iniziano ad alzarsi. Nel mirino di tutti - a cominciare dagli interventi introduttivi del deputato Francesco Paolo Sisto e dei coordinatori Mauro D’Attis e Dario Damiani - c’è naturalmente l’amministrazione di Michele Emiliano. I temi caldi sono i soliti: sanità, agricoltura e soprattutto Europa, lì dove Fitto e Tajani hanno avuto la possibilità di «collaborare attivamente». Ma se unità e compattezza restano le parole d’ordine, è evidente che il lungo braccio di ferro tra meloniani e salviniani ha lasciato più di uno strascico. L’ex ministro però non si scompone e getta acqua sul fuoco: «Con il Carroccio ho un rapporto....fitto, molto fitto», ironizza, prima di tendere la mano all’alleato: «Le parole di Salvini sono stare chiare: quella dell’altro giorno era una iniziativa della Lega e non mancheranno occasioni per lavorare insieme. Il loro contributo sarà importantissimo» . Una promessa, quella di marciare a braccetto nelle prossime settimane, che tutti si stanno impegnando a garantire anche se resta ancora qualche nodo dell’accordo nazionale da sciogliere.

Primo punto, il famoso ticket Fitto-Altieri: «C’è un accordo generale sulla possibilità che ci sia un vicepresidente leghista e un presidente del Consiglio regionale espresso da FI, ma non ci sono nomi da indicare», taglia corto Tajani che, del tavolo nazionale, è stato uno dei protagonisti. Più spinosa, invece, la questione dei sindaci. La Lega punta a intestarsi i candidati dei tre Comuni pugliesi più grandi - Andria, Corato e Ceglie Messapica - e i nomi sono già sul tavolo. Ma gli azzurri ancora una volta frenano: «Tranne i Comuni capoluogo, indicati espressamente nell’accordo, non c’è una scelta già fatta - osserva ancora il numero due azzurro - Tutto ciò che è fuori dall’intesa deva essere discusso». Dunque, al Carroccio spetta di diritto solo Andria, dove pure il capogruppo forzista in Regione, Nino Marmo, era fino a poco tempo fa fra le opzioni più accreditate. Per Corato e Ceglie sarà battaglia. «Non staremo a guardare - arringa D’Attis - se sentirete scazzottate nella coalizione è normale perché anche noi abbiamo voglia di trattare»

Grande prudenza sul fronte dei candidati. Se Damiani ricorda come il blocco degli uscenti sia «pronto ad accettare anche questa sfida», a breve potrebbero registrarsi ulteriori novità. Non è passata inosservata, nell’incontro di ieri, la presenza in sala dei Cera, Angelo e Napoleone, e del consigliere Luigi Morgante. Un possibile ingresso in FI? Al momento la dirigenza azzurra non si sbilancia parlando semplicemente di «condivisione di area». C’è poi il problema dei 108 leghisti che, contestando la scelta del proprio partito di puntare su Altieri, avevano, fin da subito, «spinto» per Fitto. Inevitabile la domanda: una parte di loro sarà accolta in una lista del presidente? «Io sono l’ultimo ad entrare nel merito nelle liste ma sarò al tavolo con tutti i coordinatori per trovar e l’equilibrio migliore», commenta Fitto. In una lista del candidato governatore o in FdI potrebbe invece trovare spazio l’avvocato Angela Carluccio, già sindaco di Brindisi.

A latere della questione pugliese c’è poi il tema nazionale. Tajani attacca il governo Conte, prendendone le distanze («non abbiamo accordi con lui né sopra né sotto il banco»), rilancia sul Mes e respinge ogni seduzione di possibili «modelli veneti». Una precisazione dopo l’annuncio salviniano della discesa nel Tacco del governatore Zaia fra pochi giorni: «Niente sudditanze - conclude -, c’è piuttosto un modello FI che si segnala in Calabria, Molise e Basilicata dove, ad esempio, sul Covid la giunta Bardi si è distinta per efficienza».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)