BARI - “Madonnelle”, “nicchie” o più comunemente edicole votive: 240 piccoli altari con immagini sacre che per i residenti di Bari vecchia costituiscono veri e propri templi da custodire e pulire quotidianamente. E dove fermarsi a pregare per chiedere una grazia. Duecentoquaranta piccoli e preziosi luoghi sacri, spesso consumati dal tempo, incastonati nelle facciate dei palazzi nei vicoli, nelle corti del borgo antico o all’ombra degli archi in pietra.
Come vuole la tradizione e la profonda fede dei baresi proteggono da secoli gli usci delle case, le strade e l’intera città. Un patrimonio che racconta la storia di una città fortemente legata al culto di san Nicola ma anche della Madonna in tutti i suoi aspetti iconografici: addolorata, Odegitria, del Carmelo, del Rosario e degli Angeli.
Nel prossimo fine settimana si potranno ammirare in occasione dell’edizione speciale delle giornate del Fai, il Fondo per l’ambiente italiano.
Le edicole votive rientrano nei 200 luoghi individuati in più di 150 località d’Italia che si potranno visitare su prenotazione e nel rispetto delle norme di sicurezza anti-contagio. Senza dubbio sono particolarmente care al Fai visto che nelle scorse settimane sono state candidate al censimento de “I luoghi del cuore”, giunto alla decima edizione: un invito rivolto a tutti i cittadini per votare i luoghi che amano e che vorrebbero vedere salvati, tutelati e valorizzati.
Nel frattempo, a difendere questo immenso patrimonio storico e culturale ci pensano le donne di Bari vecchia che adornano le immagini di fiori freschi e fasci di tessuto ricamati in pizzo bianco. Mentre i residenti si accollano le spese per luci, organizzando di tanto in tanto piccole feste in onore del santo che raffigurano. Oltre al patrono della città e alla Madonna, girando tra i vicoli di Bari vecchia nel fine settimana sarà possibile ammirare anche edicole votive dedicate ai santi sabino, Rocco, Antonio da Padova, Cosma e Damiano, Vito e Domenico. Le visite si svolgeranno solo su prenotazione in determinati turni, a gruppi ristretti.
Una volta prenotato il turno di visita, i partecipanti riceveranno una mail con le indicazioni sulle modalità di accesso e le norme da rispettare: oltre all’obbligo di presa visione dell’informativa di sicurezza, sarà d’obbligo per tutti indossare la mascherina durante la visita, di mantenere il distanziamento sociale di un metro e mezzo, di disinfettare le mani con gli appositi gel e guanti consegnati all’ingresso del percorso e di attenersi in generale alle indicazioni fornite dal personale e dai volontari. Si richiede di rinunciare alla visita qualora, nei 14 giorni antecedenti la persona abbia avuto una temperatura corporea superiore ai 37,5° o abbia presentato sintomi influenzali o abbia avuto contatti con persone risultate positive al Covid 19. Inoltre, nell’ambito dei protocolli di sicurezza adottati per la prevenzione del contagio del virus, i responsabili del Fai si riserveranno la facoltà di rilevare la temperatura ai visitatori con appositi dispositivi.
Eccezionalmente rispetto al resto d’Italia, a Bari le visite prenderanno il via venerdì alle 16.20 Partenza prevista da piazza Federico II di Svevia, nelle vicinanze del Castello Svevo. I turni di visita, ogni 20 minuti, avranno una durata di 40 minuti con gruppi di massimo 10 persone.
Si potranno visitare, accompagnati dai narratori, le edicole votive di ‘Madonna con bambino tra i santi Nicola e Antonio, bassorilievo (Corte Cavallerizza), Madonna del Rosario, olio su rame (Strada dietro San Vito), Madonna tra San Gaetano e San Nicola (Corte Pavone); San Nicola in Corte Vico Carmine; Madonna dell’Odegitria (di Michele Montrone) in Corte Carducci e l’Addolorata in strada Tresca. Ultima tappa il disegno murale “Wall Surfaces- 27 Stops” di David Tremlett: si trova nel complesso monumentale di Santa Chiara e San Francesco della Scarpa (ex Convento XIII-XVII sec.). È l’opera di un artista inglese, molto legato alla città di Bari, che si distende per circa 25 metri sulla superficie esterna dell’edificio che connette i due plessi storici. Si articola in superfici primarie dipinte nelle tinte fondamentali dell’ocra e dell’azzurro, secondo gradazioni di diversa sensibilità ritmica. I campi cromatici si svolgono come 27 tarsìe modulate in accostamenti netti o incastri sulla parete: il numero corrisponde - nelle dichiarazioni dell’autore - alle tappe (o fermate, come suggerisce il titolo) compiute da Tremlett a Bari nel corso degli anni. «Abbiamo deciso di ammirare le edicole votive per riappropriarci della nostra città - spiega Gioacchino Leonetti, capo delegazione Fai di Bari e provincia - ed avere il privilegio di diventare turisti della nostra città dopo il lungo periodo di isolamento in casa legato all’emergenza sanitaria. È un modo per ripartire in sicurezza e per apprezzare la nostra città, scoprendo luoghi e, in questo caso, un museo a cielo aperto non molto valorizzato. La cultura è un volano per la ripartenza per l’Italia e noi nel nostro piccolo stiamo dando un segnale. Le edicole sono un patrimonio di grande valore storico e culturale e fanno parte della nostra identità territoriale».