I numeri, impietosi, fotografano l’emergenza. A Bari sono 8mila le famiglie in difficoltà nel pagamento del fitto di casa per le conseguenze economiche dell’epidemia da Coronavirus. Se nel 2018 il tribunale ha convalidato oltre 1.500 sfratti per morosità, secondo le cifre riportate da Angelo Garofoli, segretario provinciale del sindacato inquilini Sunia, i numeri potrebbero lievitare a partire dal prossimo autunno senza interventi mirati.
Quali? Il Sunia (Sindacato unitario Inquilini) si rivolge all’Amministrazione comunale: «Il suo silenzio è allarmante. Speriamo di sbagliarci. Speriamo abbiano un progetto di interventi per arginare il disagio economico delle famiglie» prima che tutto questi si trasformi «in sfratti per morosità».
Le proposte rivolte al Comune sono diverse: «Mettere in funzione l’agenzia sociale per la locazione. Convocare i sindacati degli inquilini e della proprietà per far depositare il nuovo accordo sui canoni agevolati. Illustrare l’eventuale progetto dell’Amministrazione civica destinato ad arginare gli sfratti per morosità».
C’è un nodo che il Sunia invita a sciogliere, rivolgendosi al Comune: quello delle agevolazioni a favore dei proprietari cui si interfacciano «canoni non sopportabili per le famiglie». Secondo il Sunia «il Comune di Bari non incassa oltre 4 milioni di Imu per le agevolazioni alla proprietà». Un nuovo accordo, questo chiede il sindacato inquilini: «In caso contrario sospenda le agevolazioni Imu ai nuovi contratti».
Ultima azione: gli inquilini in difficoltà sono invitati dal sindacato a firmare una lettera da inviare a Comune e proprietari per la contrattazione e riduzione del canone. «Se non si interviene subito - ammonisce il sindacato - alle 11mila famiglie aiutate nella spesa bisognerà trovare una nuova casa. Con tutte le conseguenze sociali e di sicurezza pubblica che ne deriveranno».