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Bari, al via il contributo Open: ed è subito boom di richieste

 
Ninni Perchiazzi

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Ninni Perchiazzi

settore commercio al dettaglio

Nel primo giorno quasi 1.400 aiuti già concessi. Polemica del M5s: «includere alcune categorie escluse»

Domenica 24 Maggio 2020, 10:10

BARI - Piano per il rilancio del commercio, approvate quasi 1.400 domande in mezza giornata per ottenere gli incentivi riservati agli esercenti. Si tratta di 1.500 euro per ciascun esercizio commerciale e di 500 euro destinati agli ambulanti, somme che Palazzo di città sta erogando a fondo perduto. Non manca però qualche immancabile polemica.

Con ben 9.300 i visitatori sul sito Openbari.it, si registra un piccolo boom già nella prima prima giornata di avvio del bando Open (il piano dell’amministrazione comunale a supporto del settore), con 1.366 domande ammesse, ma anche 254 istanze respinte.

Ai fini dell'erogazione del contributo, come detto a fondo perduto (grazie al ricorso a fondi Eu), tutti i dati inseriti dai richiedenti vengono controllati e verificati attraverso un incrocio con la banca dati della Camera di Commercio. Si tratta di una procedura fondamentale ai fini del corretto esito della domanda e dell’accoglimento dell’istanza, il cui iter può subire un rallentamento in presenza di dati non corretti, ad esempio codici «Ateco» (individuano l'attività commerciale) o numero di partita Iva errati, metri quadrati del locale non corretti ed altri errori.

CRITICA M5S -  A denunciare qualche disguido nel funzionamento della macchina operativa è il Movimento 5 Stelle, che chiede anche l'allargamento della platea dei beneficiari. «Nelle prime 24 ore da quando è stato attivato il portale Open sono arrivate numerosissime segnalazioni da parte degli amareggiati titolari di esercizi commerciali che, alla vigilia del click day speravano di poter inviare la domanda per ottenere l’indennizzo di 1.500 euro deliberato dall’amministrazione Comunale - dichiara il capogruppo consiliare del Movimento 5 Stelle, Antonello Delle Fontane. «L'altro giorno hanno invece dovuto fare i conti con la realtà scontrandosi con il diniego da parte del portale predisposto nell’invio della domanda. Oltre a problemi tecnici che mi auguro vengano risolti, ad oggi risultano esclusi molte categorie come profumerie, erboristerie, copisterie, fotografi, agenzie viaggio, agenzie immobiliari oltre a tutto l’artigianato», aggiunge, supportato dal collega Italo Carelli. «Nonostante il fine nobile e condivisibile che ha dato vita al Bando Open, ci scontreremo con diverse criticità, perché se da una parte il progetto aiuterà alcuni commercianti, dall’altra parte si iniziano a contare già moltissime esclusioni», dice la new entry in aula Dalfino.

«La realtà è che, per quanto questa pandemia abbia colto tutti impreparati, il commercio barese paga dazio due volte a causa di atavici problemi che ci portiamo avanti da anni assimilabili a una mancanza di programmazione, ovvero mancanza di un piano strategico del commercio e i continui rinvi dell’attuazione dei Duc (distretti urbani del commercio) che il comune avrebbe dovuto attuare già un anno fa, che ha comportato perdita di ulteriori fondi», aggiunge.

«L’amministrazione deve impegnarsi a trovare la soluzione che garantisca pari opportunità di accesso al contributo a tutte le botteghe che eroicamente resistono e accendono le proprie insegne nella nostra città, tutte le categorie escluse, tutti gli artigiani e chi, avendo un locale con più 250 metri quadri, è rimasto inspiegabilmente tagliato fuori», conclude la consigliera Alessandra Simone

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