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Bari, udienze dalle tende alle palestre: la giustizia è sempre in emergenza. Anm: «scuole e cinema? Qui processi irrealizzabili»

 
Giovanni Longo

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Giovanni Longo

Tribunale, toga

I penalisti: più aule per garantire il distanziamento

Giovedì 14 Maggio 2020, 09:42

10:45

BARI - Udienze nei cinema, ma non è giustizia spettacolo. Processi nelle palestre, anche se il tenersi in forma non c’entra. Cause celebrate in piena estate, con l’obiettivo di non trovarsi all’ultima spiaggia. Dalla Camera Penale di Bari giungono ai magistrati alcune proposte per individuare luoghi in cui celebrare le udienze, lì dove potere garantire l’esercizio della funzione giudiziaria evitando assembramenti che i palazzi di giustizia baresi non sempre sono in grado di garantire in tempi di pace, figurarsi se c’è da scongiurare il contagio da coronavirus.

Rispolverare luoghi oggi chiusi per decreto, sanificarli, aumentare l’offerta di sedi per soddisfare la domanda di giustizia in sicurezza. Svolgendo udienza anche fuori dagli orari canonici. Gli avvocati penalisti baresi, insomma, chiedono di poter celebrare più processi facendo udienze di pomeriggio e il sabato e usando spazi che consentirebbero il distanziamento tra le persone. Nell’elenco figurano le palestre delle scuole, sale cinematografiche e i padiglioni della Fiera del Levante. In un documento trasmesso ai capi degli uffici giudiziari baresi, la Camera penale, presieduta dall’avvocato Guglielmo Starace ricorda che «a Bari abbiamo già vissuto l’emergenza delle tende (a causa della inagibilità del Palagiustizia di via Nazariantz, ndr), ma abbiamo anche verificato che è stato possibile, con estremo sacrificio da parte di tutti, trovare comunque gli spazi per tenere le udienze penali in altri luoghi». Per questo gli avvocati suggeriscono anche di usare più spesso l’aula bunker di Bitonto che ha una capienza di 24 postazioni ed è quindi più grande di quelle del palazzo di Via Dioguardi (con capienza fino a 18 persone). Chiedono inoltre di usare l’aula della Corte di Assise e, di pomeriggio, le altre del Palagiustizia di piazza De Nicola, di tornare ad utilizzare le aule delle ex sezioni distaccate di Modugno o Rutigliano e anche aule o palestre degli istituti scolastici ora chiusi, i padiglioni della Fiera del Levante e le sale cinematografiche, «già utilizzate - spiegano - in altre sedi giudiziarie per processi con un cospicuo numero di parti».

«Sarebbe così complicato - si chiedono - in un circondario indiscutibilmente in credito rispetto alle esigenze delle strutture giudiziarie, trasformare tali ambienti in aule di udienza con il minimo indispensabile per le parti necessariamente presenti? Se non si pensa a misure eccezionali e se non si reperiscono i fondi nel periodo emergenziale, quando lo si farà?». «L’emergenza - concludono - richiede coraggio e creatività; che vorremmo vedere in chi ci governa».
Ma non finisce qui, perché tra i penalisti c’è anche chi, come l’avvocato Alessandro Dello Russo, propone di «rinunciare alla sospensione dei termini feriali e fare udienza anche nel periodo estivo». Addio ombrelloni, bentrovate aule di udienze. Potrebbe non essere un’estate al mare per gli operatori del diritto, insomma. I penalisti hanno lanciato il sasso nello stagno. La parola, adesso, passa ai magistrati cui le proposte sono rivolte.

LA NOTA DI ANM BARI - «E' del tutto irrealistico prospettare l’utilizzo» per la celebrazione di processi «di altri immobili, come addirittura quelli, anche distanti, destinati ad usi sportivi, promozionali o cinematografici, di proprietà di terzi, ambienti che peraltro, naturalmente, non sono consoni all’esercizio della funzione giudiziaria e risultano completamente privi di elementi strutturali, requisiti tecnici, collegamenti e reti, oltre che di dispositivi di sicurezza ed arredi, compatibili con lo svolgimento delle udienze penali». In una nota la giunta distrettuale dell’Anm di Bari risponde così alle richieste degli avvocati penalisti. Per i magistrati baresi sono «irrealizzabili» anche «le proposte volte ad ipotizzare trasferimenti in edifici già utilizzati in passato per le attività delle ex sezioni distaccate di Modugno e Rutigliano», che «sono stati restituiti ai Comuni, per cui tali sedi non possono essere nuovamente occupate senza la complessa e lunga riattivazione ministeriale di procedure amministrative e contrattuali ed ennesimi traslochi». L'Anm definisce poi «inattuabile in tempi brevi» la proposta di fissare udienze di pomeriggio, sia perché per l’emergenza sanitaria sono garantiti «solo minimi presidi di cancelleria" con molti lavoratori in smart working o congedo, sia «per la mole delle necessarie notifiche da effettuare».
«Va, invece, apprezzata - conclude la nota - l’apertura dell’Organismo Congressuale Forense e della maggior parte degli avvocati, che hanno riconosciuto l’utilità dell’udienza telematica da remoto, strumento che, in questa delicata fase di emergenza, permetterebbe certamente di aumentare significativamente il numero dei processi trattabili». 

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