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Bari, la festa di San Nicola solo in tv: preghiere per uscire dalla pandemia

 
Francesca di Tommaso

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Francesca di Tommaso

Bari, San Nicola solo in tv.  Preghiere per uscire dalla pandemia

il sindaco Antonio Decaro davanti alla Basilica

Celebrazione a porte chiuse e in diretta televisiva per la Traslazione, con l’Arcivescovo mons. Cacucci. In Basilica solo il sindaco Antonio Decaro. Preghiere per gli operatori sanitari, gli ammalati e chi è in crisi economica

Sabato 09 Maggio 2020, 09:49

BARI - Ieri le campane, alle quattro della mattina, hanno suonato a festa per annunciare la messa dedicata a San Nicola, Patrono della città. Messa in diretta tv. Ma a porte chiuse. Basilica deserta: unico fedele presente alla cerimonia officiata dal Rettore padre Giovanni Distante, il sindaco Antonio Decaro. È un «pellegrinaggio tutto interiore» come ha detto il Priore della Basilica, quello che caratterizza la festa di san Nicola 2020. «In un passaggio della messa, padre Distante ha detto nella lettura del vangelo che “cessino i pericoli e si plachino le tempeste” – racconta Decaro –. Ecco, spero accada proprio questo».

Quegli stessi rintocchi delle quattro del mattino chiamavano i fedeli per la tradizionale processione a mare. Non quest’anno. E quest’anno nemmeno il tradizionale corteo storico nella sera del 7 maggio: la caravella, i figuranti. E niente luminarie, noccioline e olive «all’acqua». Niente palloncini che sfuggivano di mano mentre guardavi il cielo solcato dalle Frecce Tricolori. Niente fuochi d’artificio, applausi, lacrime di commozione davanti alla statua del Santo, esposta in piazza Mercantile, pronta ad accogliere le richieste dei fedeli. Che non sono solo baresi, no. Pellegrini che arrivano anche dall’Est, per un Santo che il rito ortodosso venera quanto il cattolico.

Anche per questo motivo, il programma delle celebrazioni per la festa patronale è stato completamente ridisegnato.
L'emergenza sanitaria del Coronavirus ha ridisegnato il mondo, non fa sconti. Un sofferto confronto tra Padri domenicani, Curia, Comune e Forze dell'Ordine ha portato, intanto alla decisione più dolorosa: la chiusura della Basilica dal 7 al 10 maggio.
Ieri, dopo la messa del mattino, alle 18.30 è stata celebrata la solenne concelebrazione eucaristica per ricordare l’impresa dei 62 marinai baresi che traslarono le reliquie del Santo. La “giornata dei baresi”, il 9 maggio, vedrà invece il solenne pontificale delle 18.30 in Basilica con il tradizionale prelievo della Santa Manna. Tutto in diretta tv sull’emittente Telenorba.

Alla celebrazione delle 18.30 di ieri, in una Basilica che rimbombava al solo suono dell’organo e della voce sublime di una solista, Mons. Francesco Cacucci, Arcivescovo di Bari Bitonto e Delegato Pontificio per la Basilica di San Nicola, ha rassicurato i fedeli, aggrappati all’unica forma possibile per vivere la funzione religiosa se non con quelli che monsignor Cacucci chiama «strumenti della comunicazione sociale»: la sacramentalità della parola di Dio raggiunge tutti, anche chi non è presente fisicamente al rito. La diretta era concelebrata insieme con la comunità Domenicana, presente una delegazione di 15 sacerdoti tra cui padre Distante.

Se non fosse stato per gli operatori televisivi che di tanto in tanto allungavano lo sguardo sui banchi e le navate vuote, sull’altare nessun segno evidente della prima volta nella storia di San Nicola senza i suoi fedeli, i suoi pellegrini. Nessuna mascherina, nessun microfono a giraffa, nessuna distanza di sicurezza tra i partecipanti religiosi. Ma il mondo dei baresi era fuori dalle porte della Basilica dedicata al Santo. Anzi, davanti alla televisione per affidare ad uno “strumento della comunicazione sociale”, come lo ha chiamato monsignor Cacucci, «il tempo di questa fragilità della condizione umana che vive l’esperienza di una nuova epidemia virale».

Benedizioni per il mondo di medici e operatori sanitari. Benedizioni per la «famiglia umana». Quella che quest’anno chiederà di non perdere il lavoro, di far mangiare i propri figli, di non seppellire più i propri cari senza dargli l’ultimo saluto.

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