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Bari, sos ristoranti e pub: «Aiuti o sarà la fine»

 
Marco Seclì

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Marco Seclì

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Locali a rischio chiusura e 250mila addetti in bilico

Venerdì 10 Aprile 2020, 14:41

Hanno spento i fornelli, la musica, le insegne; hanno chiuso le cantine e abbassato le serrande. Da un mese non battono uno scontrino e non sanno se e quando potranno riaprire. Intanto, però, le spese corrono lo stesso: affitti, mutui, utenze, fornitori da pagare. Non si sentono rappresentati a dovere dalle proprie associazioni di categoria, e tra loro prevale il senso di abbandono da parte dello Stato. Eppure sono parte integrante e non trascurabile dell’economia e anche della vita sociale, spenta con l’arrivo del virus.

Sono i titolari di locali pubblici, ristoranti, pub, bistrot, il macrosettore compreso sotto la sigla commerciale «Horeca» (hotellerie-restaurant-café/catering). E con loro i dipendenti e chi viveva nel circuito collegato dell’intrattenimento: musicisti, attori, cabarettisti, dj, animatori, promotori di eventi. Migliaia e migliaia di piccoli imprenditori che vivono un momento drammatico, tra il dramma dell’oggi e un futuro che si annuncia molto preoccupante. A meno che, sperano, le istituzioni non prendano coscienza dei loro problemi e intervengano per sostenerli finché sono in tempo.

Perché incertezze e ritardi possono spazzare via un intero comparto, già con l’acqua alla gola.

E per portare all’attenzione di tutti la situazione e le istanze della categoria da Bari è partita un’onda che ha lambito tutta la regione: si chiama «Movimento Impresa», in pochi giorni ha fatto centinaia di proseliti in tutta la Puglia e si è già costituito come associazione, presieduta da Pasquale Dioguardi. «Ora siamo 600 attività in tutta la Puglia, di cui la metà di Bari e provincia, riunite in una rete, attiva pure tramite social e whatsapp, attraverso la quale ci teniamo costantemente in contatto, recepiamo le esigenze, registriamo le idee che possono aiutarci a uscire da questa situazione o almeno a limitare i danni», spiega il vicepresidente Maurizio Mastrorilli, titolare in zona Poggiofranco del «Gola Gourmet». Sono già stati ricevuti sia dal sindaco di Bari, Antonio Decaro, che dal presidente della Regione Michele Emiliano, che ha chiesto loro un monitoraggio del settore utile a valutare l’attivazione di strumenti di sostegno. Un censimento già effettuato.

I NUMERI - Le imprese pugliesi dell’«horeca» sono ben 25mila, danno lavoro a quasi 250mila persone e il fatturato annuo è di oltre 6 miliardi di euro. Dati che fanno capire come l’impatto di una mancata riapertura, o della falcidie di attività che potrebbe esserci da qui a breve, sarebbe devastante in termini economico-sociali. Lo sconforto traspare dalle parole di Mastrorilli: «Ci siamo sentiti abbandonati e incompresi, il settore del piccolo commercio e delle partite Iva già in tempi normali va avanti con margini di guadagno ridotti all’osso, che possono essere bruciati da un qualsiasi inconveniente. Viviamo un dramma non solo per noi, ma pure per i nostri dipendenti. Ogni attività ha una media di cinque dipendenti, siamo come una famiglia, tra di noi ci sono rapporti di lavoro ma soprattutto affettivi».

«Movimento Impresa» prevede un crollo del fatturato di almeno il 50 per cento rispetto al 2019, con un decremento occupazione di 33mila unità e addirittura di oltre 45mila unità se non interverranno misure concrete per sostenere il comparto. Pesa il «lockdown» scattato l’8 marzo. E, quando arriverà la riapertura, la paura dei contagi e le misure di distanziamento non fanno presagire tempi d’oro.

LE PROPOSTE - Così il Movimento Impresa ha stilato un elenco di richieste consegnato alla Regione. Eccole di seguito.
Moratoria sui canoni di locazione da marzo 2020 e per almeno 24 mesi con azzeramento del canone per i mesi di chiusura e riduzione del 30 per cento per i mesi restanti con credito d’imposta per non danneggiare i proprietari dei locali.

Finanziamenti garantiti al 100% dallo Stato pari al 25% del fatturato 2019 con restituzione a tasso agevolato in 120 rate con preammortamento fino al 31 dicembre 2020. Sgravi fiscali e contributivi sul costo del lavoro. Azzeramento dei tributi locali. Azzeramento per 24 mesi dei costi accessori per l’energia. Spostamento al 2021 dei pagamenti fiscali. Voucher ai consumatori sugli acquisti per invogliare il ritorno della gente nei locali. Credito di imposta sugli investimenti. Detrazioni fiscali per il marketing. Detrazione di imposta per i consumatori che spendono nel settore «horeca». Flat tax sui redditi almeno per gli anni 2020 e 2021.

«Se in questa fase drammatica veniamo aiutati con un sostegno per pagare fitti, mutui, costi vivi, potremmo ripartire senza indebitarci troppo - commenta Maurizio Mastrorilli - il governo deve capire che le microimprese non avranno possibilità di restituire il prestito sia pure garantito dallo Stato. Ai debiti pregressi si aggiungerebbe il debito con causale Covid. Molti saranno costretti a mollare, a chiudere o a licenziare il personale, abbassando il livello del servizio. Il problema non si risolve facendo altro debito, così lo si sposta solo in avanti. Non è questa la strada: bene la liquidità, i 25mila euro come prestito di prima istanza, ma se al contempo non si mettono in campo altre misure per contenere i costi di gestione non riusciremo mai a uscire dalla crisi. Se non sto lavorando, o bene che vada lo faccio al 50 per cento, come faccio a pagare le spese correnti e contemporaneamente le rate del prestito?».

IL «LOCKDOWN» -  Maurizio ricorda con rammarico il momento della chiusura. Simile per tanti imprenditori del settore. «Ciò che avevamo di fresco lo abbiamo diviso con i dipendenti, poi abbiamo aderito con entusiasmo alle varie campagne di solidarietà donando i prodotti rimasti. Per fare fronte alle spese vive, personalmente, avvierò una vendita a prezzo di costo dei prodotti deperibili rimasti».

Nonostante lo scenario a tinte fosche Maurizio, come tanti suoi colleghi innamorati della propria attività, cercherà di resistere. «Offrivamo un servizio e menù di qualità - dice con un pizzico di commozione - in un ambiente ideale per trascorrere una serata. Ci mettevamo impegno e passione. Spero che ci aiutino a ricominciare».

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