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Adelfia, la chiesa è affollata di parrocchiani. Ma solo in foto

 
Valentino Sgaramella

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Valentino Sgaramella

Don Salvatore De Pascale

Don Salvatore De Pascale

Il sacerdote di Canneto incolla le immagini dei gruppi ai banchi

Domenica 05 Aprile 2020, 16:00

16:07

Adelfia - Reinventarsi la vita al tempo del coronavirus e incollare fotografie di fedeli sui banchi per colmare in qualche modo il vuoto di presenza umana per l’epidemia. Anche per alimentare una vita spirituale di comunità.

Chiamatela resilienza o come volete, don Salvatore De Pascale, alla guida della parrocchia dell’Immacolata del rione Canneto di Adelfia, sente di dover fare qualcosa per riempire il vuoto della sua chiesa in queste settimane in cui l’emergenza coronavirus impone restrizioni alla libertà di movimento.

In tutte le chiese, si sa, sono presenti statue di Santi che i fedeli venerano, come esempio di adesione perfetta alla lettera evangelica. “Il 23 marzo scorso abbiamo ricordato il dies natalis di San Vittoriano”, ricorda il parroco. Infatti, il 23 marzo 484 dopo Cristo per il Martire ebbe inizio una nuova vita in cielo, fu fatto decapitare da Unnerico, figlio di Genserico, re dei Vandali.
“Ho pensato di collocare fuori dalla nicchia San Vittoriano, poi ho deciso la stessa cosa per la Madonna della Stella, e ieri per la Madonna Addolorata”. La festa patronale della Madonna della Stella, infatti, sarebbe stata celebrata come ogni anno il 12, 13 e 14 aprile, ma l’epidemia impone di rinviarla. “Il mio intento è quello di sentire la presenza accanto a noi dei nostri Santi patroni che in questo periodo stiamo invocando molto”.

Il problema, a quel punto, era la presenza umana, dei fedeli. Quella mancava. Come fare a supplire? “Nei giorni scorsi avevo detto ai miei parrocchiani che loro sono rappresentati dai nostri Santi. La presenza dei Santi mi richiama la presenza dei fedeli”.

A quel punto, a simboleggiare la presenza umana don Salvatore ha recuperato molte fotografie scattate con i parrocchiani e le ha incollate sui banchi disposti nelle navate. “Sono ad Adelfia da quasi 4 anni, questa sarà la quarta Pasqua per me, ci sono stati campi scuola, uscite o pellegrinaggi in Terra Santa, il Cammino di Santiago ma anche la vita ordinaria”. Chiudere la chiesa è inconcepibile per un sacerdote. “Per fortuna la Cei ci ha consentito di tenere aperte le chiese, non possiamo celebrare pubblicamente la messa che ogni sera celebro in streaming - dice don Salvatore - ma dal mattino alle 7 fino alle 18,30, quando chiudo, qualcuno viene a pregare”.

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