BARI - «Un intero sistema di potere ne è uscito travolto» e, «comunque vada, il tessuto economico-finanziario della città non sarà più lo stesso». Lo ha detto il presidente della Corte di Appello di Bari, Franco Cassano, in occasione della inaugurazione dell’anno giudiziario di Bari, con riferimento alla vicenda giudiziaria in cui è coinvolta la Banca Popolare di Bari, che ieri ha portato all’arresto di tre persone, tra cui l’ex presidente Marco Jacobini e suo figlio Gianluca, ex codirettore dell’istituto di credito.
«L'avventura della Banca popolare di Bari - ha rilevato Cassano - ha valenza simbolica per la storia di questa città e non solo», e «riveste una situazione umana drammatica: 70mila soci, oltre duemila dipendenti e tantissimi piccoli risparmiatori, anche pensionati, vivono momenti dolorosi».
Cassano ha poi evidenziato «la sollecitudine della risposta giudiziaria, sia di quella penale con le indagini attivate dalla Procura di Bari su plurime ipotesi delittuose che ieri hanno condotto alle custodie cautelari, sia di quella civile che ha visto la Corte di Appello nel settembre 2019 assumere approfondite decisioni, confermative delle sanzioni irrogate dalla Consob nei confronti della Banca e dei suoi dirigenti, decisioni peraltro ancora non definite».
A Foggia lo Stato combatte la mafia -
La provincia di Foggia sta vivendo una «fase delicata», nella quale «lo Stato e la criminalità si fronteggiano in una partita decisiva per il controllo del territorio e della società civile». Lo ha detto il presidente della Corte d’appello di Bari, Franco Cassano, durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario.
«La pressione della malavita foggiana sulla società civile si è fatta più stringente - ha rilevato Cassano - con il ricorso continuo agli atti di intimidazione violenta, da quando la risposta dello Stato è intervenuta in modo severo». «Nella provincia di Foggia si registrano ancora eventi che destano allarme e preoccupazione» ha aggiunto il presidente secondo il quale «la criminalità organizzata foggiana mantiene la sua struttura federale a base familistica, caratterizzata dalla coesistenza di più batterie in conflittualità endemica tra loro».
«In capo agli esponenti del sodalizio mafioso foggiano - ha sottolineato - grava sempre il dovere di corrispondere gli stipendi agli associati, come il dovere di assistere economicamente i sodali detenuti e le loro famiglie». «Ebbene - ha concluso - da quando lo Stato è intervenuto in modo severo, con arresti e operazioni che hanno ristretto l’area di manovra delinquenziale, le necessità economiche delle batterie sono cresciute, per l’aumento dei sodali detenuti e delle famiglie da sostenere».
La crisi del Csm -
«La magistratura non è estranea al processo di deperimento democratico del Paese. Lo scandalo delle nomine e degli eventi che hanno travolto nei mesi scorsi il Csm hanno innescato una crisi senza precedenti». Lo ha detto il presidente della Corte di Appello di Bari, Franco Cassano, in occasione della inaugurazione dell’anno giudiziario di Bari.
«L'inchiesta di Perugia - ha aggiunto - ha segnalato una salto di qualità negativo rispetto a criticità da tempo emerse, che hanno prodotto un progressivo scollamento tra la magistratura e l’istituzione consiliare, aprendo un varco pericoloso, nel quale sono cresciuti sentimenti di rivolta contro l’intero funzionamento della rappresentanza».
«La mancanza di un ruolo autorevole dei gruppi associativi all’interno del Consiglio - ha concluso - può agevolare le logiche di potere personale. Occorrerebbe allora rilanciare il ruolo di luoghi di elaborazioni culturali collettive, tradizionalmente proprio dei gruppi associativi».

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Shoah -
«Oggi non si esita a recuperare i temi della xenofobia, del razzismo antisemita, del suprematismo bianco e della sopraffazione, mentre per le strade i neofascisti assaltano omosessuali ed immigrati. A Brescia la porta di una chiesa è stata imbrattata con la svastica, e nel giorno della Shoah, vicino Cuneo, abbiamo rivissuto la vergogna della scritta 'Juden hier', mentre il 15% degli italiani dichiara di non credere alla verità della Shoah. Si va perdendo memoria, e con essa ogni freno». Lo ha detto il presidente della Corte di Appello di Bari, Franco Cassano, in occasione della inaugurazione dell’anno giudiziario, riferendosi a scritte nazista e svastiche recentemente apparse sui muri di diverse città d’Italia, compreso quello della cattedrale di Andria.
Cassano ha ricordato che «a seguito di indagini svolte dalla Procura è stata disposta la chiusura della sede cittadina di Casapound e che sono decine le persone indagate per ricostituzione del disciolto partito fascista, oltre che per le lesioni procurate ai manifestanti di un corteo tenutosi il 21 settembre 2018».
«Non sfugge che la più grande crisi industriale del Paese, legata alla fuga dell’impresa Arcelor Mittal dall’ex Ilva di Taranto, sia stata arginata, in mancanza di un qualsivoglia progetto politico, solo dalla minaccia dell’intervento giudiziario». Lo ha detto il presidente della Corte di Appello di Bari, Franco Cassano, parlando della vicenda ex Ilva in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario a Bari.
La provincia di Foggia sta vivendo una «fase delicata», nella quale «lo Stato e la criminalità si fronteggiano in una partita decisiva per il controllo del territorio e della società civile». Lo ha detto il presidente della Corte d’appello di Bari, Franco Cassano, durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario.
«La pressione della malavita foggiana sulla società civile si è fatta più stringente - ha rilevato Cassano - con il ricorso continuo agli atti di intimidazione violenta, da quando la risposta dello Stato è intervenuta in modo severo». «Nella provincia di Foggia si registrano ancora eventi che destano allarme e preoccupazione» ha aggiunto il presidente secondo il quale «la criminalità organizzata foggiana mantiene la sua struttura federale a base familistica, caratterizzata dalla coesistenza di più batterie in conflittualità endemica tra loro».
«In capo agli esponenti del sodalizio mafioso foggiano - ha sottolineato - grava sempre il dovere di corrispondere gli stipendi agli associati, come il dovere di assistere economicamente i sodali detenuti e le loro famiglie». «Ebbene - ha concluso - da quando lo Stato è intervenuto in modo severo, con arresti e operazioni che hanno ristretto l’area di manovra delinquenziale, le necessità economiche delle batterie sono cresciute, per l’aumento dei sodali detenuti e delle famiglie da sostenere».
Polo giustizia -
«Gli interessi sono enormi e sappiamo che ci attendono difficoltà crescenti, di ogni tipo, via via che la situazione si farà plausibile». Lo ha detto il presidente della Corte di Appello di Bari, Franco Cassano, durante l'inaugurazione dell’anno giudiziario, facendo riferimento al progetto di realizzazione del nuovo Polo unico della Giustizia di Bari.
«Una questione che ci affligge e ci mortifica» ha detto Cassano, ricordando che «molti mesi sono trascorsi dalla stipula del secondo protocollo, nel luglio 2019, senza che sia accaduto alcunché». «Dal ministero - ha aggiunto - giungono ora segnali rassicuranti e un continuo sostegno lo sta dando il sindaco di Bari. L’opera da progettare è immane, di oltre 125.000 metri quadrati e il suo costo ingente, si procederà per lotti e i tecnici si metteranno a breve al lavoro».
«Siamo esausti - ha concluso - ma dobbiamo confidare che questa città, la cui immagine cresce nel Paese, e la sua comunità di giuristi possano avere degli uffici giudiziari dignitosi».
Le parole del procuratore generale della Repubblica di Bari -
«L'inchiesta che ha condotto all’arresto di due magistrati ha disvelato l’esistenza di un sistema di malagiustizia» nel Distretto della Corte d’appello di Bari. Lo ha detto il procuratore generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Bari, Anna Maria Tosto, nella cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario, con riferimento all’indagine della Procura di Lecce sul «sistema Trani» nella quale sono coinvolti l’ex gip Michele Nardi, in carcere per corruzione in atti giudiziari, e l’ex pm Antonio Savasta (ai domiciliari e per il quale ieri è stata chiesta la condanna a 10 anni).
Per Tosto «se (quel sistema di malagiustizia, ndr) ha potuto originarsi e operare è stato anche a causa delle connivenze, degli imperdonabili silenzi, dell’indifferenza consumata ai danni della collettività e dei tanti magistrati che invece hanno lavorato, e lavorano, nel rispetto del giuramento di fedeltà pronunciato all’inizio del loro mandato».
«A gennaio 2020, nel giro di pochi giorni, si sono susseguiti sul territorio di Foggia una serie di atti intimidatori: tempistica e destinatari degli attentati denunciano che si tratta della reazione rabbiosa alla progressiva inarrestabile rivendicazione della scelta di legalità e di coraggio che ormai viene dalla società civile». Lo ha detto il procuratore generale di Bari, Anna Maria Tosto, durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario.
«Le migliaia di persone in marcia alla manifestazione di Libera - ha ricordato - costituiscono un sostegno morale imbattibile per quanti finalmente hanno scelto di testimoniare, di denunciare, di collaborare».
Tosto ha evidenziato che quella foggiana è «una mafia che somma in sé il familismo della 'ndrangheta e la ferocia della camorra cutolina, capace però di evolvere e, dunque, moderna nella progressiva infiltrazione nei settori nevralgici dell’imprenditoria locale». «Una mafia - ha concluso - che ha raggiunto i suoi obiettivi attraverso un uso capillare, sistematico dell’estorsione. Il delitto più odioso perché non aggredisce solo il patrimonio, annulla la libertà delle vittime e così ne mortifica la dignità, ne condiziona la vita».
Meno omicidi più indagini per mafia -
Nel distretto di Corte di Appello di Bari, dal giugno 2018 al luglio 2019, sono quasi dimezzati i procedimenti per omicidio volontario (da 85 a 45, dieci dei quali hanno come vittima una donna) e molto diminuite le denunce per reati di terrorismo (da 20 a 8), ma sono aumentate quelle per estorsione (da 870 a 1.011) e quasi raddoppiati i procedimenti per reati di mafia (da 40 a 74). Sono alcuni dei dati contenuti nella relazione presentata in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario a Bari. Dalla lettura dei dati emerge anche una diminuzione degli omicidi stradali (da 120 a 94), delle rapine (da 1.729 a 1.301) e delle bancarotte fraudolente (da 170 a 157). Sono invece aumentati i procedimenti per riduzione in schiavitù (da 15 a 26), per pedofilia e pedopornografia (da 64 a 86) e stalking (da 1.191 a 1.223). «Un dato interessante ai fini del dibattito politico - ha sottolineato il presidente della Corte di Appello, Franco Cassano - è quello concernente il numero dei reati commessi da cittadini stranieri, in evidente decremento (da 5.234 denunce a 3.689). Nel settore civile, la relazione rileva un aumento del 21% a Bari dei ricorsi per divorzio congiunto, in calo del 10% a Foggia, mentre «le controversie in materia di lavoro si connotano per la loro peculiarità qualitativa, con particolare riguardo al contenzioso in materia di pubblico impiego e nei confronti del Miur».
Avvocate pagate la metà rispetto ai colleghi -
Un «inaccettabile gap di genere, con le avvocate che guadagnano meno della metà dei colleghi uomini" è stato evidenziato dal presidente dell’Ordine degli Avvocati di Bari, Giovanni Stefanì, nel suo intervento in occasione della inaugurazione dell’anno giudiziario. Ammonta a 13.721 euro il reddito medio conseguito dalle avvocate pugliesi nel 2017 contro i 30.103 degli avvocati, una differenza di 16.382 euro, «segno - ha detto Stefanì - che nella professione forense pugliese la sensibilizzazione per favorire la parità di genere a livello retributivo non sta sortendo effetti». Stefanì ha inoltre evidenziato «l'indecoroso trattamento riservato agli avvocati nel patrocinio a spese dello Stato, con compensi decurtati del 50% e liquidati dopo quattro anni circa».
Nel suo intervento il presidente degli avvocati baresi ha toccato anche i temi della riforma della prescrizione, "sciagurata e inaccettabile», e dell’edilizia giudiziaria «al collasso», auspicando a questo proposito che «l'accelerazione impressa dal Ministero della Giustizia alla partita relativa al nuovo polo giudiziario possa essere il viatico all’avvio di procedure concrete volte alla realizzazione dell’opera in tempi ragionevolmente brevi». Sullo stesso argomento si è soffermato il presidente della giunta distrettuale dell’Anm di Bari, Giuseppe Battista, chiedendo «informazioni concrete su atti e tempi». Con riferimento alla vicenda di Trani, relativa a un giro di tangenti che ha coinvolto due magistrati, Battista, facendo «autocritica», ha detto che «dobbiamo reprimere ogni tentazione di collusione col potere politico ed economico».