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Sisma in Albania, parla studentessa barese a Tirana: «La casa sembrava di gomma»

 
Donatella Lopez

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Donatella Lopez

Sisma in Albania, parla studentessa barese a Tirana: «La casa sembrava di gomma»

Foto Ansa

'È stato orribile. In tanti stanno tornando'. Poco dopo il sisma sono nati due gemellini

Martedì 26 Novembre 2019, 14:56

BARI - «E' stato terribile. Abito in una villetta di tre piani vicino l’università con altri studenti: due di Bari e una di Roma. La casa ci è sembrato fosse di gomma per come si è mossa: elastica, una molla, ed è stato un bene perché a retto». Così Alessandra Maffei, 19 anni, studentessa barese iscritta alla Facoltà di Odontoiatria a Tirana, racconta così la notte di paura appena trascorsa passata.

«Appena ho avvertito la scossa - racconta ancora Alessandra - d’impulso ho lasciato casa. Sono uscita per prima sul pianerottolo. Poi sono arrivate mia madre che proprio ieri sera era venuta a trovarmi da Bari, e le mie coinquiline e poi, un pò alla volta, tutti i residenti della villetta tra i quali il proprietario che vive all’ultimo piano». «Sono stata fortunata - racconta ancora - perché c'era mia madre e così non mi sono trovata da sola».
Alessandra ha raccontato d’essere scesa in strada attorno alle 4.20 per rientrare all’incirca dopo un’ora e mezza. «Sono tornata a casa alle 5.50 per dormire un pò, ma in realtà non l'ho fatto a causa delle numerose scosse di assestamento che si sono susseguite. Poi, attorno alle 7, abbiamo avvertito un’altra forte scossa e a quel punto abbiamo deciso di tornare in strada e fare colazione fuori. Mi ha fatto impressione che tutti fossimo per strada». La studentessa barese ha sentito anche molti dei suoi amici che come lei studiano a Tirana. «Occupavano stanze al sesto o settimo piano dei palazzi di Tirana - racconta - e hanno deciso di tornare a Bari in traghetto o con il primo volo disponibile. Si sono spaventati». Secondo il racconto di Alessandra, nella zona di Tirana dove abita lei non si sarebbero verificati danni ingenti a parte lesioni a qualche immobile, ma non di grave entità. «Qui non abbiamo avuto notizia di danni gravi - dice - Ma abbiamo visto le foto di Durazzo sui social e quelle che ci hanno mandato amici e tante case sono andate distrutte. In realtà la scossa è stata rapidissima, ma per me è stata interminabile perché l’ho avvertita da subito».


Naturalmente, le lezioni universitarie sono state sospese: «Stamattina ci è arrivata una email - aggiunge Alessandra - con cui ci hanno avvertito che l’università sarebbe rimasta chiusa oggi e domani. Abbiamo saputo che molti studenti si sono accampati lì in biblioteca; uno dei luoghi più sicuri di Tirana per vie delle misure antisismiche adottate durante la costruzione».

UN SIMBOLO DI SPERANZA - A pochi minuti dal sisma nascono due gemellini. IL VIDEO

«Questo è il miglior simbolo della vita. Non ho più parole!» Lo scrive su Facebook una ginecologa in turno in sala parto nell’ospedale universitario di Tirana che pochi minuti dopo il terremoto, questa notte ha assistito al parto di due gemellini. Come lei, a Tirana il terremoto ha spaventato tutti, ma in tanti non hanno potuto scendere in strada per mettersi al riparo. E Anika. N. Dokle, sulla sua pagina Facebook spiega perchè postando il video dei due neonati in sala parto. «Io e i miei amici anche questa volta in maternità - scrive - Questi gemelli sono nati 20 minuti dopo il terremoto». Aggiungendo: «Questo è il miglior simbolo della vita. Non ho più parole!».
Il video ha già collezionato quasi 1500 like, 117 commenti di auguri e di speranza, e 334 condivisioni.

LA PAURA DEGLI ITALIANI RIENTRATI - Hanno avuto paura. Le forti oscillazioni li hanno svegliati di soprassalto. La corsa a rifugiarsi in strada. Quindi, stamattina, la decisione di rientrare subito in Italia con il primo volo di linea Alitalia.
E’ il racconto, ancora abbastanza agitato, all’aeroporto di Fiumicino, di un gruppo di una quindicina di italiani che, la scorsa notte, hanno vissuto a Tirana la forte scossa di terremoto che ha colpito l’Albania. Fra di loro lavoratori e diversi studenti universitari, originari di Roma, Cosenza, Foggia ed altre parti d’Italia. «Ero in albergo all’International Hotel, all’undicesimo piano - testimonia un uomo d’affari, originario dell’Irpinia - alle 3.54 ci sono state queste forti oscillazioni che hanno svegliato tutti. Tante persone si sono riversate nella piazza principale. Ho atteso nella hall dell’albergo un paio d’ore in attesa che la situazione si normalizzasse. Quando siamo risaliti, verso le 7, una seconda scossa, meno intensa ma comunque forte. Abbiamo subito percepito, parlando con gli albanesi, la gravità della situazione, soprattutto a Durazzo. A Tirana, andando in aeroporto, la situazione era più tranquilla». «Paura? Più che altro - prosegue - ho rivissuto le sensazioni del terremoto del 1980 in Irpinia, quando ero bambino: mi ricordavo l’esperienza ed è stato traumatico rivivere proprio quella memoria, dolorosa».
«Abbiamo avuto molto paura - racconta una studentessa universitaria romana che studia Farmacia a Tirana - la scossa è stata forte: c'era panico nelle strade, dove tutti sono scesi. Nessuno sapeva come reagire. Poi altre scosse di assestamento. Abbiamo avvisato subito le nostre famiglie in Italia». Una sua compagna di corso, Giulia, romana, racconta che nella casa, «un edificio un pò vecchio», dove abitavano ha «visto delle crepe, è venuto giù dell’intonaco; ma non ci sono stati altri danni o problemi. Comunque ci sentiamo molto fortunate. Non ho mai vissuto un’esperienza così: si muovevano i letti, i lampadari. Per la paura siamo subito scappate». «Ci sono diversi studenti italiani rientrati ed altri rientreranno presto - aggiunge - essendo studenti all’estero, senza famiglia, ci siamo ritrovati poi tutti in un bar ed abbiamo un pò esorcizzato la paura. E' stato un bene essere insieme. Per fortuna, abbiamo trovato subito l’aereo per Roma e siamo tornate a casa». «Abbiamo visto le immagini, tremende, dell’albergo crollato a Durazzo, alla televisione albanese - prosegue Pasquale, studente di Cosenza - ho letto anche di un paesino dove un uomo si è buttato per cercare di salvarsi ma non ce l’ha fatta. Ho avuto paura, anche perché avevo vissuto già la scossa di settembre. Ero in una casa all’ottavo piano: stavolta è stata più forte e mi sono svegliato di soprassalto. Mi sono messo sotto la porta ed ho pregato. Avevo provvidenzialmente già il volo prenotato per oggi. Siamo vicini agli albanesi, che ci ospitano per studiare, alle famiglie dei feriti e delle vittime».

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