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Picci, il CR7 di Japigia che ha bucato la Rete sotto il castello di Trani

 
Vito Prigigallo

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Vito Prigigallo

Picci, il CR7 di Japigia che ha bucato la Rete sotto il castello di Trani

Il 34enne barese attaccante del Trani che milita in Eccellenza protagonista di un gol in sforbiciata. La sua intervista ha fatto il giro del web

Sabato 09 Novembre 2019, 09:34

La sua rovesciata sotto il Castello di Trani è di quelle che finiscono nelle cineteche abitate dai Ronaldo, Messi, Maradona. Ma non avrebbe mai immaginato che il gola e l’intervista del dopo-partita avrebbe perforato i muri del web con migliaia di clic. E invece è accaduto.

Antonio Picci si sente un po’ Cristiano Ronaldo?
«Segnare un gol in rovesciata, al 90’, con due avversari che ti stringono e spingono non è facile. E in qualsiasi campionato fai un gol del genere la felicità è incontenibile».

E poi l’intervista di Luca Guerra a «Telesveva» che è diventata virale. Lo immaginava?
«Ma no. Per uno che gioca nel Trani, squadra di una città straordinaria, ma pur sempre di Eccellenza, non capita tutti i giorni. Mi dicono che sono molte migliaia le visualizzazioni. Sapete che vi dico: sono contento».

È stata contattata anche da calciatori famosi?
«Sì, mi hanno scritto su Instagram Petagna della Spal e Ardemagni dell’Ascoli. Non so se siete d’accordo, ma sono soddisfazioni»

E domenica sarà in Rai. Il Trani gioca d’anticipo e quindi sarà la consacrazione mediatica.
«Mi hanno chiamato da Quelli che il calcio... ».

Torniamo all’impresa.
«Io sono fatto così, qualche sassolino lo dovevo togliere: pensavo fosse l’occasione buona».

Un po’ fumantiino, lei, Picci, lo è. La stagione scorsa a Bitonto, lei lanciò la maglietta contro la panchina: aveva segnato dopo essere subentrato.
«La panchina non fa piacere a nessuno, figuriamoci a chi ha 34 anni e una certa carriera alle spalle. Ma, giuro, non l’avevo lanciata contro mister Pizzulli, con il quale avevo ed ho un buon rapporto. Era solo un gesto di rabbia».

A proposito di carriera. Dove si è spezzata? A Brescia, in B, sembrava fosse l’inizio dell’ascesa.
«Lì ho giocato con gente come Caracciolo, Corvia, Mitrovic. Ventisette presenze e due gol. Ero soddisfatto. Poi dovetti fare una scelta che mi portò a Matera e quello forse è stato l’errore che mi cambiò la vita. Ma dirlo ora è facile. All’epoca sembrava la scelta migliore».

Il rapporto con papà Pasquale, calciatore anche lui?
«Fatto di amore e calcio. Lui ha sempre preteso molto. Io ho fatto in modo di dargli grandi soddisfazioni. In qualsiasi campionato».

E mamma Lucia, invece?
«Ah, lei è speciale. Come tutte le mamme, penso».
Ma nell’intervista famosa ha detto qualcosa di poco lusinghiero: “ad agosto non mi voleva nemmeno mia madre...

«Ma era una battuta».

Il piatto preferito?
«La parmigiana di melanzane. Quelle poche domeniche che vado a pranza dai miei, la chiedo sempre. A meno che non c’è anche Michele, mio fratello: in quel caso, comanda lui, anche per il menù».

Il gol più bello, rovesciata a parte?
«Quello al Bari, in Coppa Italia, al San Nicola, per la vittoria del Bitonto, l’anno scorso. Per me barese di Jiapigia, gioia e dolore. E tutti e 24 quelli di Martina, quando vincemmo il campionato. Stagione meravigliosa».

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