La sua rovesciata sotto il Castello di Trani è di quelle che finiscono nelle cineteche abitate dai Ronaldo, Messi, Maradona. Ma non avrebbe mai immaginato che il gola e l’intervista del dopo-partita avrebbe perforato i muri del web con migliaia di clic. E invece è accaduto.
Antonio Picci si sente un po’ Cristiano Ronaldo?
«Segnare un gol in rovesciata, al 90’, con due avversari che ti stringono e spingono non è facile. E in qualsiasi campionato fai un gol del genere la felicità è incontenibile».
E poi l’intervista di Luca Guerra a «Telesveva» che è diventata virale. Lo immaginava?
«Ma no. Per uno che gioca nel Trani, squadra di una città straordinaria, ma pur sempre di Eccellenza, non capita tutti i giorni. Mi dicono che sono molte migliaia le visualizzazioni. Sapete che vi dico: sono contento».
È stata contattata anche da calciatori famosi?
«Sì, mi hanno scritto su Instagram Petagna della Spal e Ardemagni dell’Ascoli. Non so se siete d’accordo, ma sono soddisfazioni»
E domenica sarà in Rai. Il Trani gioca d’anticipo e quindi sarà la consacrazione mediatica.
«Mi hanno chiamato da Quelli che il calcio... ».
Torniamo all’impresa.
«Io sono fatto così, qualche sassolino lo dovevo togliere: pensavo fosse l’occasione buona».
Un po’ fumantiino, lei, Picci, lo è. La stagione scorsa a Bitonto, lei lanciò la maglietta contro la panchina: aveva segnato dopo essere subentrato.
«La panchina non fa piacere a nessuno, figuriamoci a chi ha 34 anni e una certa carriera alle spalle. Ma, giuro, non l’avevo lanciata contro mister Pizzulli, con il quale avevo ed ho un buon rapporto. Era solo un gesto di rabbia».
A proposito di carriera. Dove si è spezzata? A Brescia, in B, sembrava fosse l’inizio dell’ascesa.
«Lì ho giocato con gente come Caracciolo, Corvia, Mitrovic. Ventisette presenze e due gol. Ero soddisfatto. Poi dovetti fare una scelta che mi portò a Matera e quello forse è stato l’errore che mi cambiò la vita. Ma dirlo ora è facile. All’epoca sembrava la scelta migliore».
Il rapporto con papà Pasquale, calciatore anche lui?
«Fatto di amore e calcio. Lui ha sempre preteso molto. Io ho fatto in modo di dargli grandi soddisfazioni. In qualsiasi campionato».
E mamma Lucia, invece?
«Ah, lei è speciale. Come tutte le mamme, penso».
Ma nell’intervista famosa ha detto qualcosa di poco lusinghiero: “ad agosto non mi voleva nemmeno mia madre...
«Ma era una battuta».
Il piatto preferito?
«La parmigiana di melanzane. Quelle poche domeniche che vado a pranza dai miei, la chiedo sempre. A meno che non c’è anche Michele, mio fratello: in quel caso, comanda lui, anche per il menù».
Il gol più bello, rovesciata a parte?
«Quello al Bari, in Coppa Italia, al San Nicola, per la vittoria del Bitonto, l’anno scorso. Per me barese di Jiapigia, gioia e dolore. E tutti e 24 quelli di Martina, quando vincemmo il campionato. Stagione meravigliosa».