Un voto storico. Sei anni dopo la sentenza della Corte di Cassazione e 27 anni dopo l’approvazione della lottizzazione da parte della giunta Dc-Psi, il Consiglio comunale di Mola ha votato per l’abbattimento delle 35 ville e palazzine a mare abusive di via La Malfa.
La storia di quella lottizzazione, autorizzata su un’area di 20mila metri quadri in violazione della legge Galasso che impone una distanza di 350 metri dalla battigia, ha inizio nel 1992. I permessi sono stati considerati illegittimi dal Tribunale di Bari, fino alla sentenza della Terza sezione penale della Cassazione che nel 2013 ha disposto l’abbattimento degli immobili. Nel frattempo, è stata disposta anche la confisca dei suoli, transitati nel patrimonio comunale, confisca che i proprietari delle ville hanno impugnato davanti alla Cedu (Corte Europea per i Diritti dell’uomo) di Strasburgo per vedersi restituire le proprietà.
Una storia lunga e complicata, che assomiglia a quella di Punta Perotti e che ha visto alcuni amministratori finire davanti ai giudici per non aver custodito l’area delle villette trasformate con gli anni in un rifugio di malintenzionati.
Ora, la vicenda sembra destinata a conclusione: le villette verranno abbattute e l’area, se resterà di proprietà comunale, potrà essere trasformata in parco pubblico a due passi dal mare. «Mi hanno insegnato che non sempre le scelte giuste sono anche popolari - commenta il sindaco Giuseppe Colonna, dopo aver incassato il voto favorevole alle demolizioni (11 i favorevoli, contrario Delre di Forza Italia) - ma un pubblico amministratore deve avere il coraggio e la responsabilità di assumere posizioni per tutelare l’interesse esclusivo della collettività. La vicenda delle villette a mare ha segnato in senso negativo la storia della nostra città dagli inizi degli Anni ‘90 ad oggi. Una bruttissima situazione dalla quale tante imprese, professionisti, famiglie intere hanno pagato pesantemente le conseguenze. Si capisce bene quindi come non sia stato assolutamente facile portare in Consiglio il provvedimento di attuazione alla sentenza della Corte di Cassazione penale che dispone, in via definitiva, l’abbattimento degli immobili».
«Il provvedimento - spiega il primo cittadino - dà mandato al capo settore Urbanistica di predisporre l’ingiunzione di demolizione degli immobili avendo cura di concertarla preventivamente con Soprintendenza e di attivarsi per l’inserimento dell’area nella banca dati sull’abusivismo della Regione, passaggio indispensabile per accedere ad eventuali finanziamenti destinati a coprire le spese per l’abbattimento che in base alla legge ed alle sentenze spettano al momento ai lottizzanti e non al Comune». Rispetto alla proprietà dei suoli, Colonna assicura che il Comune «non produrrà alcun atto di disposizione dei suoli fino a quando resta pendente il giudizio davanti alla Cedu che riguarda esclusivamente la confisca dei suoli».