BARI - Ad un mese dal trasferimento nella torre Ex Telecom, in via Dioguardi di tutte le funzioni giudiziarie penali di primo grado, la questione parcheggi è tra le principali sotto osservazione da parte di magistrati, avvocati e personale amministrativo. Intorno a metà mattinata di ieri, la situazione si presentava come documentiamo con le foto pubblicate in queste pagine. Molto spesso si parcheggia l’auto dove si può, magari in doppia fila e al di fuori degli spazi delimitati, facendo lo slalom tra i tanti divieti. «Bisognerebbe muoversi da casa alle 6 di mattina per avere la certezza di potere parcheggiare», scherza qualcuno.
L’Associazione nazionale magistrati aveva posto il problema, secondo solo forse rispetto agli spazi angusti all’interno dell’edificio. «L’area di pertinenza del palazzo - scriveva l’Anm distrettuale non più tardi di un mese fa - non consente la sosta a tutti gli automezzi dei magistrati con comprensibili disagi correlati, tra l’altro, al trasporto di voluminosi incarti processuali senza trascurare i profili di criticità per la sicurezza».
Nella nota si evidenziava anche che non si conoscevano (e non si conoscono ancora) progetti per risolvere il problema. In un mese non poteva cambiare molto, anche se, a dirla tutta, la situazione parcheggi è migliore rispetto ad esempio a ciò che accade ogni mattina intorno a piazza De Nicola dove c’è il «vecchio» Tribunale.
«Alle 9 di mattina il parcheggio di fronte l’edificio è già pieno, ma i veri problemi sono all’interno dell’edificio legati agli spazi spesso troppo esigui», spiega il giudice Giuseppe Battista, presidente distrettuale dell’Anm. Non ancora individuati, inoltre, i criteri per distribuire tra Procura e Tribunale, una ventina di posti interni. Non è facile soprattutto per i giudici. Alcune loro funzioni sono legate all’urgenza. Udienze, interrogatori, magari anche intercettazioni da autorizzare, sono tutte attività strettamente connesse a un orario ben stabilito. E se magari un giudice celebra un processo nell’aula bunker di Bitonto e poi scappa a Poggiofranco dove il posto per l’auto non c’è, facile intuire disservizi e disagi. C’è pure una questione sicurezza: c’è il rischio per un giudice di incrociare un imputato appena condannato che ha parcheggiato l’auto accanto alla sua.
Una situazione che vale ovviamente per tutti gli operatori del diritto. «I problemi ci sono», premette Saverio Cutrone, delegato giustizia Usb, nonché Rsu dei dipendenti amministrativi del Tribunale, circa 120 ai quali si aggiunge una novantina di colleghi in forza alla Procura. «Parcheggiare è oggettivamente difficile, la zona è poco servita, gli spazi all’interno del Palazzo sono esigui anche se per certi aspetti, va detto, che a mio giudizio la situazione è migliore rispetto all’edificio di via Nazariantz. Anche lì, non appena arrivammo andava tutto bene. Poi, strada facendo, con i corridoi sempre più pieni di mobili e armadi, la situazione era diventata critica».
Qui, nella ex torre Telecom, ci sono giornate in cui se ne celebrano 200. Alcune delle 14 aule distribuite su tre piani sono davvero anguste. I corridoi sono stretti, muoversi è difficile. In alcuni spazi, c’è il rischio che gli imputati possano incrociare il pubblico c’è. Del resto, questo non è un immobile pensato per essere aperto al pubblico. Figurarsi uffici giudiziari. Si è fatto di necessità virtù. Di più non si poteva fare e di meglio non c’è. «L’ex Telecom è la migliore soluzione possibile», ripetono gli addetti ai lavori. Ma non è facile per nessuno.
«Il problema dei parcheggi è molto serio - spiega l’avvocato Guglielmo Starace, presidente della Camera penale - . Sono insufficienti e distanti per non parlare delle zone in cui vige il divieto di sosta anche per le moto. Abbiamo chiesto formalmente rastrelliere per bici e parcheggi per le moto, nonché l’autorizzazione per fare entrare nel parcheggio dell’edificio le auto che degli avvocati disabili per accompagnarli sin sotto il palazzo».