Quattro medici e alcuni ausiliari dell’ospedale di Monopoli (Bari) raggiunti nei giorni scorsi da misure cautelari per presunti casi di assenteismo hanno risposto oggi alle domande del gip del Tribunale di Bari negli interrogatori di garanzia. Un’altra decina di indagati si è invece avvalsa della facoltà di non rispondere. Sul totale di 46 indagati, in 33 sono stati arrestati con concessione dei domiciliari o sottoposti a obbligo di dimora per truffa e falso. I primi 17 interrogatori si sono svolti ieri, oggi gli altri sedici.
Hanno risposto, respingendo le accuse, i medici Giuseppe Cappelli (Medicina del lavoro) e Marco Sperti (ortopedico dell’ospedale San Paolo di Bari), difesi dagli avvocati Angelo Loizzi, Francesco Paolo Sisto e Alessandra Ciaccia, Fulvia D’Onghia (Ortopedia), Francesco Paolo Di Taranto (Otorinolaringoiatria), tutti sottoposti all’obbligo di dimora.
Di Taranto, difeso dall’avvocato Raul Pellegrini, è l’unico ad aver chiesto la revoca della misura cautelare, dopo aver "fornito tutti gli elementi di dimostrazione del fatto che il 99% degli addebiti riguardava mancate timbrature dopo l’orario dei turni e che non ha mai fatto richiesta di somme per ore aggiuntive», ha spiegato il legale. Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere quasi tutti gli atri indagati interrogati oggi, tra medici, infermieri e operatori tecnici dell’ospedale. Il gip, Antonela Cafagna, deciderà nei prossimi giorni, dopo il parere della Procura, sulle istanze di revoca delle misure cautelari depositate ad oggi da soli due medici.
L'INTERROGATORIO - Un primario e un medico dell’ospedale di Monopoli accusati di assenteismo e sottoposti nei giorni scorsi a misure cautelari personali hanno risposto alle domande del gip durante gli interrogatori di garanzia che sono cominciati oggi. Sul totale di 46 indagati, in 33 sono stati arrestati con concessione dei domiciliari o sottoposti a obbligo di dimora per truffa e falso. Gli altri 15 indagati interrogati oggi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, tra loro ci sono sei primari, mentre altri 16 saranno interrogati domani.
Nel dettaglio hanno deciso di difendersi il primario della Ginecologia, Sabino Santamato (agli arresti domiciliari) e il cardiologo Francesco Fino (sottoposto a obbligo di dimora). "Ci sono situazioni diverse e vanno fatte valutazioni caso per caso. La cosa peggiore che si potrebbe fare è emettere sentenze anticipate 'in incertam personam': tutti assenteisti, tutti colpevoli, tutti da licenziare». Così l’avvocato Michele Laforgia, difensore di Santamato per il quale è stata anticipata al termine dell’interrogatorio l’istanza di revoca della misura cautelare. Il legale ha spiegato che «esiste un problema di carattere generale, legato alla particolare posizione dei dirigenti medici che sono dirigenti di unità complessa. Dal punto di vista della truffa a nostro avviso non hanno commesso alcun reato perché per loro l’orario è flessibile e il recupero dell’orario è previsto dal contratto».
Il cardiologo Fino, difeso dall’avvocato Alberto Sardano, si è difeso «dando giustificazioni spiegando che tutte le uscite erano autorizzate - ha riferito il legale - e anzi alcuni giorni erano in realtà giornate in cui non era in servizio, era in ferie, ed era stato richiamato, dovendo poi documentare il rientro in servizio con autocertificazioni». Per lui la difesa si è riservata di chiedere la revoca della misura.
Gli altri sei primari arrestati, Angelamaria Todisco (reparto Immunotrasfusionale), Gianluigi Di Giulio (Radiodiagnostica), Rinaldo Dibello (Endoscopia), Egidio Dalena (Otorinolaringoiatria), Vincenzo Lopriore (Cardiologia), Filippo Serafino (Pronto Soccorso), si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Come loro altri 9 indagati tra medici, infermieri e personale tecnico dell’ospedale.
ORDINE MEDICI APRE PROCEDIMENTI - Il Consiglio dell’Ordine dei medici di Bari, ha aperto un fascicolo disciplinare a carico dei 16 medici coinvolti nell’inchiesta sull'ospedale «San Giacomo» di Monopoli, con sospensione dall’esercizio della professione per gli 8 colleghi sottoposti a misura cautelare. «La sospensione dall’esercizio della professione è adottata dall’Ordine, salvo diversa disposizione del giudice - precisa una nota - non come sanzione disciplinare ma come provvedimento automatico disposto per legge, da applicarsi a medici che sono sottoposti a limitazioni della libertà personale». «L'Ordine - è detto ancora - è infatti tenuto ad attendere l’esito del procedimento penale, prima di poter agire disciplinarmente. Qualunque sanzione disciplinare potrà quindi essere comminata solo in seguito all’accertamento dei fatti e a condanna definitiva dei medici coinvolti». «In tale contesto e a fronte della gravità delle accuse mosse - è detto ancora - l’Ordine ribadisce pieno sostegno e fiducia nel lavoro dei magistrati e auspica che gli inquirenti accertino al più presto la verità dei fatti e individuino le diverse responsabilità delle persone coinvolte».
«La legalità è la bandiera della professione. Ma legalità vuol dire anche essere rispettosi dei vari poteri dello Stato ed evitare di emettere condanne sommarie - precisa Filippo Anelli, Presidente Omceo Bari - A fronte dei possibili illeciti o errori commessi da qualche medico, ogni giorno migliaia di colleghi si impegnano con passione nella cura dei pazienti. Sono loro che tengono in vita un sistema sanitario nazionale definanziato e in perenne carenza di personale, dedicando al proprio lavoro molte più ore del dovuto. Sono 15 milioni le ore di straordinari non retribuiti che ogni anno i medici 'regalanò al sistema, pari a 500 milioni di euro. A tutti quei medici va il ringraziamento mio e di tutto il Consiglio dell’Ordine».
LE PAROLE DEL MINISTRO GRILLO - «Che sia di lezione: l’Ordine dei medici di Bari ha sospeso i farabutti del cartellino coinvolti nell’inchiesta sull'ospedale S.Giacomo di Monopoli. Chi ha occupato indegnamente un posto di lavoro pubblico, ha derubato tutti gli italiani. A casa i farabutti del cartellino, più rispetto per chi lavora sul serio». Lo afferma su Fb il ministro della Salute, Giulia Grillo.