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Bari: «Kalimché», barca di scafisti, diventa una biblioteca per giovani a rischio

 
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Bari: «Kalimché», barca di scafisti, diventa una biblioteca per giovani a rischio

Restaurata da otto minori sottoposti a misure penali o in carico ai servizi di comunità. Inaugurazione con don Luigi Ciotti, fondatore di Libera

Giovedì 11 Luglio 2019, 17:33

Otto minori sottoposti a misure penali o in carico ai servizi di comunità del Comune di Bari hanno restaurato Kalimchè, l’imbarcazione confiscata alla criminalità organizzata, utilizzata per il traffico di esseri umani da Bodrum a Otranto, concessa dal Ministero della Giustizia per le attività di riabilitazione dei giovani in situazione di disagio e che oggi, dopo quasi un anno di lavoro, è tornata in mare. L’inaugurazione è avvenuta nel porto di Bari con don Luigi Ciotti, fondatore di Libera. Il progetto, dal nome 'Il Cantiere d’Amare', realizzato dall’associazione di promozione sociale 'Marcobaleno' di Bari, è risultato vincitore dell’edizione 2018 del concorso 'Orizzonti solidalì promosso dalla Fondazione Megamark.

Dopo un percorso di formazione seguito da una seconda fase di restauro degli interni dell’imbarcazione, con il contributo dei tecnici della scuola di vela e nautica Mar di Levante Srl, l'imbarcazione riprende il mare come biblioteca itinerante per iniziative con scrittori, illustratori ed educatori sociali, frutto della collaborazione fra il Centro Giustizia Minorile per la Puglia e la Basilicata e l’assessorato al Welfare del Comune di Bari con il progetto Bari Social Boat.

«Kalimchè sarà un simbolo di riscatto e legalità» ha dichiarato il dirigente del Centro per la Giustizia Minorile di Bari, Giuseppe Centomani. Francesco Partipilo, presidente dell’APS Marcobaleno, ha evidenziato il «valore simbolico del passaggio della Kalimchè da strumento del crimine a mezzo di recupero dei minori e la loro restituzione ad una cittadinanza attiva». «L'assessorato al Welfare ha investito circa 90mila euro per l’allestimento di questa imbarcazione e di tutti i presidi di lettura popolare, perché riteniamo fondamentale - ha spiegato l’assessore comunale Francesca Bottalico - investire nelle relazioni, nella costruzione di legami e nella conoscenza, anche per contrastare fenomeni, sempre più frequenti, connessi alla paura, all’odio e alle discriminazioni». «L'auspicio - ha commentato Daniela Balducci della Fondazione Megamark - è che questo progetto possa diventare un esempio da seguire per altre iniziative sul territorio».

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