BARI - La Corte di Appello di Bari, ribaltando la sentenza di primo grado, ha condannato alla pena di 5 anni di reclusione il 26enne afghano Hakim Nasiri, ritenuto responsabile del reato di partecipazione ad associazione finalizzata al terrorismo internazionale di matrice islamica. Nasiri è accusato di fare parte di una cellula terroristica di matrice islamica pronta a progettare attentati in Italia e all’estero grazie al supporto logistico ed economico di affiliati all’Isis.
Nell’ambito dello stesso processo la Corte ha ridotto le pene inflitte nei confronti degli altri due imputati accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, il 32enne afghano Gulistan Ahmadzai e il 27enne pakistano Zulfikar Amjad, condannati rispettivamente a 4 anni e a 3 anni e 6 mesi di reclusione, disponendo l’immediata scarcerazione perchè hanno già scontato gran parte della pena. Hakim Nasiri e gli altri due imputati, difesi dagli avvocati Vittorio Platì e Michele Santino, furono fermati dai Carabinieri di Bari il 10 maggio 2016. Nasiri fu poi rimesso in libertà dopo tre giorni, tornò in carcere su disposizione della Cassazione nell’aprile 2017 e fu rimesso in libertà nel giugno 2018 dopo l’assoluzione «per non aver commesso il fatto».
I giudici dell’appello hanno oggi accolto il ricorso del procuratore aggiunto Roberto Rossi, che ha coordinato le indagini e ha rappresentato l’accusa in entrambi i gradi di giudizio, condannando Nasiri. Agli atti delle indagini dei carabinieri, ci sono intercettazioni, video, ritenuti sopralluoghi di luoghi sensibili da colpire, foto di armi e combattenti e documenti inneggianti al jihad. Della stessa cellula terroristica di Nasiri avrebbero fatto parte anche i connazionali Surgul Ahmadzai di 30 anni e Qari Khesta Mir Akhmazai di 32 anni, la cui posizione tuttavia è stata stralciata perché sfuggiti tre anni fa alla cattura e tuttora irreperibili.