BARI - La valigia è pronta. Maglioni pesanti, piumino, tutto quello che può servire per una settimana al Polo Nord. «Anche se il meteo alle isole Svalbard sembra clemente - sottolinea il professor Marcello Abbrescia del Dipartimento di Fisica dell’Università di Bari -, le temperature vanno dalla minima -10° alla massima di -2°». Abbrescia con il dott. Mario Nicola Mazziotta è in partenza per una missione di ricerca dal nome impronunciabile «PolarquEEEst2019: EEE@NyAlesund»: coordineranno un esperimento condotto dal Museo della Fisica e Centro studio e ricerche «E. Fermi», in collaborazione con l’Istituto nazionale di Fisica nucleare, nello specifico le sezioni di Bari e Bologna, e diverse università tra cui Bari, Bologna e il Politecnico di Torino.
«Andremo nella stazione di ricerca di Ny Alesund, la più a nord del mondo a circa 79 gradi di latitudine Nord, per installare tre rilevatori che costituiranno una mini rete per raccogliere e monitorare i flussi di particelle cosmiche a terra - spiega Abbrescia -. Sono dati che sino ad ora nessuno ha raccolto a queste latitudini. Noi cerchiamo di scoprire le relazioni tra queste particelle, correlandole con le attività solari e le variazioni climatiche. Il gruppo di ricerca che coordiniamo si occuperà di montare questi tre rilevatori grazie anche all’ospitalità del Cnr, per poi monitorare il flusso di dati direttamente dai nostri dipartimenti. La ricerca sarà svolta nel lungo periodo, i dati saranno raccolti nell’arco di un intero ciclo solare che dura circa 10-11 anni. È inutile dire che non sappiamo assolutamente cosa rileveremo. Abbiamo fatto delle ipotesi, ma solo i dati ci daranno conferma o meno».
Per l’Università di Bari questa missione è un ritorno al Polo Nord. Lo scorso anno sempre Abbrescia ha montato uno di questi rilevatori su una barca a vela, la Nanuq, per una crociera di sei settimane con partenza dall’Islanda, circumnavigazione delle Svalbard, ed arrivo in Norvegia. «Rispetto a quell’esperimento, questo sarà molto più lungo nei tempi di raccolta dati», conclude Abbrescia.
con il professor abbrescia