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Chiude un altro negozio storico di Bari: addio al «Regno dei bimbi»

 
Graziana Capurso

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Graziana Capurso

Chiude un altro negozio storico di Bari: addio al «Regno dei bimbi»

Lo stop 14 aprile dopo oltre 40 anni di attività: fino a quel momento sconti del 30 per cento sui prodotti. La commozione dei clienti su Facebook

Martedì 02 Aprile 2019, 13:00

15:08

BARI -  Dopo oltre 40 anni, lo storico negozio di giocattoli il «Regno dei Bimbi» di Bari, a due passi da Parco 2 Giugno annuncia la chiusura: dal 14 aprile, infatti, quelle vetrine in viale Einaudi che hanno fatto sognare 4 generazioni di bambini resteranno spente per sempre- 

Ad annunciare la chiusura del noto negozio di giocattoli e articoli per l'infanzia, sono gli stessi proprietari con un post sulla pagina Facebook dell'attività: «In più quarant’anni di attività - scrivono - abbiamo accompagnato, giocando, quattro generazioni di bambini e bambine. Il Regno dei Bimbi è stato un posto bellissimo e caldo di sorrisi, di sogni e racconti. Di desideri e magia, di capricci e di pianti. Di storie piccine di tanti, di storia importante di questa città. Prima di spegnere le luci in vetrina per l’ultima volta, vi aspettiamo per salutarvi. Saremo ancora qui fino al 14 Aprile con un sorriso per piccoli e grandi».

Pioggia di commenti sui social con i ricordi dei clienti, bambini di allora, amareggiati e rattristati dalla notizia: «Grazie per i sogni che ci avete regalato». «Non ci sono parole. Davvero. Con voi se ne va un pezzo di cuore e un pezzo di storia». E ancora: «Mi dispiace infinitamente. La mia infanzia (e non solo, anche la fase dei giochi più adulti) è stata costellata dai giochi comprati da voi. Quante volte chiedevo ai miei genitori di passare a vedere le vostre vetrine! Era come entrare nelle fiabe. Ed è sempre stato anche un punto di riferimento per darsi appuntamento, dire “ci vediamo davanti a Regno dei Bimbi”. Spero che possiate ripensarci. E spero che le persone capiscano che, prima di arrivare alla fase del dispiacere, dobbiamo cercare noi per primi di sostenere i negozi dei quartieri, e non l’online per risparmiare pochi euro, che però paghiamo dieci volte tanto dopo con un costo sociale altissimo». 

 

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