BARI - Il giro di affari sta crescendo e il gioco d’azzardo, in tutte le sue forme, legali e illegali, sta lentamente diventando in Puglia, partendo proprio da Bari e dalla sua provincia, un fenomeno di massa che sta stimolando gli appetiti della criminalità organizzata. Il comando regionale della Guardia di finanza e quello provinciale mantengono alta la guardia e mettono a segno nuovi sequestri. I numeri sono chiari: i pugliesi nei terminali per la raccolta delle scommesse bruciano mediamente a testa tra i mille e i duemila euro ogni anno. È forse la forma di gioco più diffusa. La sorte si sfida sempre di più online. Bari è una delle province in cui è più alta la disponibilità di punti scommesse (5,48 macchinette ogni 1.000 abitanti). Negli ultimi anni sono stati spesi in media più di 800milioni di euro ogni 365 giorni. Il dato delle giocate non può comunque ignorare il rapporto con le vincite. Secondo l’associazione Sapar, che raccoglie gli operatori delle strutture da gioco «Per legge le vincite sono per le Videolottery intorno all’88% e per le Awp garantite almeno al 70% rispetto alle giocate. La somma pro-capite realmente spesa dal singolo utente è la differenza tra il giocato e le vincite». Ci sono comuni baresi in overdose da gioco d’azzardo, dove gli uomini del Comando provinciale della Guardia di finanza, al comando del generale Nicola Altiero hanno eseguito nei giorni scorsi decine di controlli in sale da gioco e centri scommesse.
Obiettivo: porre un argine al fenomeno dilagante dei giochi illegali e delle puntate clandestine.
Un blitz che ha accomunato nello stesso destino anche le altre province pugliesi coinvolte in un piano straordinario di interventi voluto dal comandante regionale della Gdf, il generale di divisione Vito Augelli. Al termine delle 134 verifiche i finanzieri hanno posto sotto sequestro 63 apparecchiature elettroniche, tra terminali informatici (i cosiddetti «totem») 12 dei quali requisiti a Bari e personal computer. Nei confronti di 32 operatori del settore sono stati fatti verbali di contestazione. L’attività non ha mancato di evidenziare anche talune situazioni di particolare rilevanza sul piano dello sfruttamento del lavoro nero. Ben 53, infatti, sono risultati i lavoratori impiegati in maniera del tutto abusiva o con un inquadramento contrattuale non regolare. Il gioco clandestino è uno dei nuovi business sul quale la criminalità comune e quella organizzata sta investendo somme sempre più importanti. Nell’ultima relazione della Direzione investigativa antimafia si legge «Sempre più evidente è la propensione anche alla gestione del gioco d’azzardo online della malavita organizzata barese. In particolare, sarebbe stata la famiglia malavitosa dei Parisi a sovrintendere alla gestione dell’attività dell’installazione delle macchinette videopoker e delle piattaforme online a Bari e provincia». Le pressioni di questo gruppo, aggiungono gli analisti della Dia avrebbero indotto «i gestori dei locali a preferire come fornitori i referenti sul territorio dei clan per le più alte provvigioni che questi riuscirebbero a garantire».