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Bari, neolaureati in Medicina bloccati dalla nuova riforma: «il tirocinio non parte»

 
Graziana Capurso

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Graziana Capurso

Bari, neolaureati in Medicina bloccati dalla nuova riforma: «il tirocinio non parte»

La richiesta del S.I.G.M, del C.N.A.S., della Confederazione degli Studenti C.d.S. e del Coordinamento liste per il Diritto allo Studio C.L.D.S contro la riforma varata dal precedente governo e non ancora applicata

Martedì 12 Marzo 2019, 18:45

BARI - Dopo il giuramento di Ippocrate c'è solo silenzio: è il paradosso in cui si trovano i neolaureati della Facoltà di Medicina e Chirurgia a Bari che non possono ancora diventare medici a tutti gli effetti, a causa di un corto circuito normativo, dovuto alla riforma del tirocinio e dell’esame di abilitazione. Un problema questo che non tocca soltanto l'Ateneo barese ma tutti i futuri medici provenienti da ogni università italiana.

LA PROCEDURA PER ACCEDERE ALL'ABILITAZIONE - Finora chi si è laureato in Medicina, secondo la vecchia legislazione, ha avuto modo di svolgere il tirocinio di tre mesi post laurea e, quindi ottenere l’abilitazione una volta superato l’esame. Ma nel frattempo è entrata in vigore la riforma dell’ex ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, che prevede un tirocinio da svolgere prima della laurea e un nuovo modello di esame. Fin qui tutto ok, se non fosse che gli Atenei italiani ancora non sono pronti ad applicare questo nuovo modus operandi. Così, chi si è laureato nelle ultime sessioni del 2018 e le prime del 2019, non ha ancora modo di accedere al tirocinio.

Così i neo laureati rischiano di non poter sostenere l’esame di abilitazione, come previsto, la prossima estate. Se anche lo stallo si sbloccasse, resta il problema del tipo di esame da fare che è stato rivoluzionato con la nuova riforma e che è un po' come un terno al lotto. La soluzione sarebbe a portata di mano se l'Università di Bari potesse farne partire uno nuovo da aprile, sempre secondo il vecchio modello, ma per avviarlo serve un provvedimento del governo che posticipi gli effetti della riforma Fedeli.

Da qui la richiesta dell’Associazione Italiana Giovani Medici S.I.G.M, del Comitato Nazionale Aspiranti Specializzandi C.N.A.S., della Confederazione degli Studenti C.d.S. e del Coordinamento liste per il Diritto allo Studio C.L.D.S che in una nota congiunta chiedono al Miur spiegazioni veloci e chiare: «Chiediamo al governo di autorizzare una proroga della vecchia procedura in modo tale da permettere a chi si è laureato di abilitarsi nei giusti tempi e sarebbe auspicabile anche una tempestiva emanazione di note ministeriali ufficiali circa i tempi di pubblicazione del bando di abilitazione all'esercizio della professione di medico chirurgo della I sessione dell’anno 2019, al fine di non compromettere l’inizio del tirocinio clinico di tre mesi previsto per aprile e di non ostacolare la partecipazione dei laureati al concorso di accesso alle scuole di specializzazione del 2019».«Vorremmo - aggiungono le associazioni - che il MIUR istituisca un tavolo tecnico con la compartecipazione, fra i vari attori, delle associazioni di rappresentanza giovanili, agendo nell’interesse della formazione di professionisti che sappiano far fronte alle esigenze di Salute in costante evoluzione del nostro Paese, a cui dovrebbero corrispondere adeguati standard del Sistema Sanitario Nazionale».

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