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«Prima idee e programmi poi candidati e gazebo»: parla l'avvocato Laforgia

 
Michele De Feudis

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Michele De Feudis

Michele Laforgia

Il promotore dell’associazione progressista “La Giusta Causa”: confronto il 23, io non ho il problema di «sistemarmi»

Sabato 02 Febbraio 2019, 15:57

BARI - Michele Laforgia, promotore dell’associazione progressista “La Giusta Causa”, da sinistra lanciate la manifestazione “Prima le idee”, il giorno prima delle primarie convocate dal Pd per le regionali. Emiliano denuncia un complotto di Vendola e Renzi. Perché questo cortocircuito?
«Il complottismo è una patologia, che fortunatamente si può curare. Abbiamo semplicemente promosso un incontro fra coloro che sono interessati a ricostruire il campo della sinistra in Puglia. Un campo aperto, non nostalgico, rivolto al futuro, del quale in molti sentiamo la mancanza. Mi sorprende che chi dice di appartenere a questo campo, e addirittura di rappresentarlo, manifesti preoccupazione».

A chi vi rivolgete?
«Ad associazioni, partiti, movimenti, singole persone: a chiunque in questi anni ha perso punti di riferimento a sinistra e che oggi non ha luoghi di confronto e partecipazione. Non abbiamo intenzione di radunare la sinistra del tre per cento, per pura testimonianza, ma l’ambizione di aprire una prospettiva molto più larga, che possa ambire a diventare maggioranza».

Da dove partono le possibile risposte da sinistra per battere le destre di governo?
«Dalla guerra senza quartiere agli stereotipi, ai luoghi comuni. Che la globalizzazione abbia generato un aumento della ricchezza mondiale è un fatto, che questo sia avvenuto a discapito dei ceti medi e della fasce meno garantite dei Paesi occidentali altrettanto. La sinistra abdica al suo ruolo se non si pone il problema del governo dell’economia e della lotta alle diseguaglianze, che sono anche geografiche e culturali. Non bastano sussidi e pensioni, ci vuole un’idea dello sviluppo, bisogna tutelare il lavoro. Anche in Puglia».

Guardate ad un modello già presente in Europa?
«Guardiamo all’Europa, nel senso che siamo preoccupati della totale assenza di una prospettiva per l’Unione Europea. L’Europa così com’è non va bene, ma dovrebbe essere ancora più evidente che il ritorno dei nazionalismi e delle piccole patrie ci mette nelle mani delle grandi potenze economiche e militari, come già sta avvenendo. Ovviamente da qui alla lista unica per le elezioni europee passa un fiume: occorre definire i contorni di una proposta della sinistra per l’Europa, prima di cercare alleanze elettorali».

Il centrosinistra pugliese aggrega pezzi di destra - da Cassano a Di Cagno Abbrescia - affievolendo il carattere identitario. È un processo irreversibile?
«Il problema non è identitario. La questione è, evidentemente, un’altra: quale progetto di governo aggrega chi va al fianco del presidente uscente? Se la campagna acquisti si gioca solo sullo scambio fra incarichi e pacchetti di voti siamo lontanissimi dalla sinistra e anche dalla “politica”».

Economia, ambiente, sanità. Cosa non convince delle politiche della giunta Emiliano?
«Non mi pare che il governo regionale abbia ottenuto grandi risultati in nessuno di questi settori. L’Ilva e la Xylella sono problemi irrisolti, manca un’idea concretamente sostenibile della gestione dei rifiuti. L’economia risente di una totale mancanza di visione e interi settori - l’agricoltura, ad esempio - sono paralizzati. Quanto alla sanità, la risposta potrebbero darla i cittadini pugliesi che hanno a che fare con il servizio sanitario pubblico, nonostante l’impegno dei medici e del personale. Basta pensare ai tempi, inaccettabili, delle liste di attesa, alle difficoltà nell’assistenza ai pazienti terminali e in condizione di grave disabilità».

Le primarie del 24 non vi convincono?

«I gazebo hanno un senso quando si tratta di confrontare candidati e programmi. Se invece lo scopo, dichiarato, è quello di stroncare la discussione sul nascere non possiamo che essere totalmente contrari. Proponiamo un metodo semplice: ripartiamo dalle idee, dall’analisi di quello che è stato fatto e dalle prospettive per il futuro. Discutere prima dei candidati e poi di quello che si vuole fare e con chi è un errore grave. Il tempo dei navigatori solitari e degli uomini soli al comando è finito».

Ha in programma un suo nuovo percorso elettorale?

«Candidature e rivalità non sono i giusti termini della questione. Non ho una ambizione personale. Non mi devo “sistemare”. Non promuoviamo qualcuno ma una idea della politica e della sinistra».

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