Nella sua stanza al decimo piano del Palazzo Ex Telecom gli operai sistemano il grande tavolo per le riunioni, lo stesso attorno al quale siedono i giornalisti durante le conferenze stampa. Intorno ci sono scatoloni da aprire e sistemare. C’è odore di nuovo. Il computer, invece, è acceso. «C’è tanto da lavorare, è la prima cosa che ho fatto entrando nel nuovo ufficio», spiega il procuratore della Repubblica di Bari Giuseppe Volpe.
È lui l’ultimo magistrato ad avere lasciato la sede a rischio crollo del Palagiustizia di via Nazariantz, ormai quasi desolatamente vuoto se non fosse per l’archivio. Destinazione: via Dioguardi, civico 1. Ed è curioso che da qui, alzando lo sguardo, oltre la grande vetrata s’intravedano i piloni del ponte Adriatico. Proprio lì sotto c’è quello che ormai va considerato un altro «vecchio» Palagiustizia. Quasi un passaggio del testimone, insomma. Dalle tende della Protezione civile allestite nell’atrio dell’edificio di fronte al cimitero a questa struttura nel cuore del quartiere Poggiofranco. Questo il percorso.
Pareti bianche, ampi corridoi, gli operai completano il trasloco, l’ennesimo di questa emergenza edilizia giudiziaria senza fine. I piani interessati sono il settimo, l’ottavo, il nono e il decimo. Ecco, dunque, la nuova casa per trentatré magistrati inquirenti (il procuratore, quattro aggiunti e 28 sostituti) e per le loro relative segreterie. Mentre scatoloni, computer, piante, faldoni fanno su e giù, ai piani più bassi sono in corso i lavori per predisporre gli uffici che ospiteranno giudici e aule di udienza. Anche la prima e seconda sezione penale del Tribunale che, finalmente, aveva trovato casa a Modugno, dovranno fare di nuovo gli scatoloni. Prima di loro, toccherà a chi sta peggio, ovvero le segreterie centralizzate, la sezione gip-gup (per ora sistemate in via Brigata Regina) e Riesame che ha trovato dimora provvisoria nel «primo» vecchio palazzo di giustizia di piazza De Nicola, rosicchiando spazi in un immobile che già scoppia di suo. Nei prossimi giorni, infine, proseguirà il trasferimento dell’archivio che dovrà concludersi entro il 31 dicembre, data ultima prevista per lo sgombero totale dell’edificio. Quel giorno si chiuderà una parentesi «provvisoria» lunga quasi 17 anni. Chissà per quanto tempo gli uffici penali resteranno nella nuova sede «provvisoria» a Poggiofranco, in vista del futuro Polo giudiziario. Si accettano scommesse.