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Bari, scatta la rete di circa 60 associazioni per il Natale degli «ultimi»

 
Ninni Perchiazzi

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Ninni Perchiazzi

Bari, scatta la rete di circa 60 associazioni per il Natale degli «ultimi»

A disposizione 400 posti letto e, se l’emergenza gelo aumenta, brande in Fiera

Mercoledì 19 Dicembre 2018, 09:01

BARI - Emergenza freddo, già operativo il programma del Comune. Il piano è rivolto come sempre ai senza fissa dimora, ma anche alle persone e alle famiglie che hanno perso la casa perché non sono più in grado di pagare l’affitto, ai migranti, a chi è stato sfrattato o mandato via dalla propria abitazione perché vittima di una qualche dipendenza (tossico, alcolista o ludopatico che sia) oppure deve fare i conti con gli effetti di una separazione e in genere a tutti coloro alle prese con situazioni di difficoltà e indigenza.

Programma a rete Si tratta di un programma articolato basato su una rete di sostegno alle persone fragili, che coinvolge una sessantina di realtà, grazie alla collaborazione fra assessorato al Welfare, privato e associazioni di volontariato. Attive quindi le mense, la distribuzione di indumenti, coperte e farmaci, mentre sono confermati pranzi e cene delle vigilie di Natale e Capodanno.

Persone al centro Il piano è stato avviato il 1° dicembre e andrà avanti fino alla fine di febbraio, con la possibilità di una proroga qualora il meteo dovesse volgere al peggio. Palazzo di Città ha puntato su un sistema di accoglienza diffusa che mette al centro le persone: la priorità è la salvaguardia dei diritti, la centralità della persona e dei suoi legami sociali, la dignità. Infatti, non ci sono più i container, ma luoghi sempre aperti nei quali le donne e gli uomini non devono necessariamente stare per strada alle 7.30 del mattino per farvi rientro la sera. Chi vuole può restare in casa, sia si tratti di coppie che hanno ricevuto lo sfratto, sia di padri rimasti senza lavoro che adesso restano con le compagne e i figli, mentre un tempo la famiglia era costretta alla separazione.

Case di comunità Il Comune ha investito nella Case di comunità, centri che hanno, oltre alle stanze e ai bagni, il riscaldamento, la cucina condivisa e spazi comuni, disponendo di servizi aggiuntivi differenziati, ideati per venire incontro alle esigenze degli ospiti: corsi di orto sociale, corsi di italiano, percorsi di educazione alimentare, terapia con gli animali, palestra. Insomma, strutture in grado di dare una parvenza di normalità, nonostante il momento di difficoltà di persone e famiglie.

«Bari care» Le Case di comunità dispongono di 400 posti letto in grado comunque di soddisfare il fabbisogno del territorio e di raggiungere gli obiettivi prefissati dal Piano cittadino di contrasto alla grave marginalità adulta: l’obiettivo è quello di sostenere gli ospiti nei percorsi di autonomia e di inclusione sociale. Inoltre, in virtù del progetto «Bari care» è possibile effettuare un monitoraggio puntuale delle presenze, grazie al sistema informatizzato che delinea una mappa dei posti liberi. In pratica, qualora il capoluogo dovesse essere investito da un'eccezionale ondata di gelo o dalla neve, il Comune potrà attrezzare le brandine all’interno del padiglione della Fiera del Levante, grazie ad una ordinanza del sindaco.

Come detto, non c’è più la tendopoli del quartiere fieristico, ma sono in funzione tre unità di strada: la prima gestita dal Caps per rilevare il numero dei senzatetto, la seconda della Croce Rossa che distribuisce bevande calde e coperte e infine «Medici con il camper» per il monitoraggio socio-sanitario.

Punti di riferimento Nei locali di piazza Balenzano è attiva la mensa gestita dall’associazione Incontra. Il centro diurno del Caps, in corso Italia, non chiuderà neppure nei giorni rossi del calendario, mentre il pronto intervento sociale (Pis) continua a fronteggiare le problematiche di varia natura: minori, anziani, barboni, immigrati, donne vittime di violenza potranno essere soccorsi sul posto. Il servizio funziona no-stop e gli operatori rispondono al numero verde 800 09.34.70.

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