BARI - Nel nome di Umberto Veronesi, un riconoscimento ai medici più empatici e vicini alle pazienti. Per dimostrare che, nell’era della medicina sempre più tecnologica e veloce, anche le parole possono curare, soprattutto se la patologia che si affronta è un tumore al seno o di altro tipo.
È stato assegnato oggi a Milano il «Riconoscimento U. V. al Laudato Medico», istituito nel 2017 da Europa Donna Italia per preservare l’eredità umana di Umberto Veronesi: un modo per dire "grazie» ai medici che nei Centri di senologia hanno dimostrato particolare empatia, umanità e vicinanza alle pazienti con tumore al seno.
Quest’anno Fondazione Msd supporta in modo incondizionato il progetto. Dopo oltre 6.000 segnalazioni di pazienti e caregiver sul web, sono 5 i medici a cui è andato il riconoscimento nelle categorie chirurgo, oncologo, radiologo, radioterapista e patologo: Pietro Caldarella dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano; Antonio Cusmai dell’Ospedale San Paolo di Bari; Angela Vestito, sempre del San Paolo di Bari; Alessia Surgo dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano; Rosa Giannatiempo, dell’"Ospedale Evengelico Betania» di Napoli.
La capacità di comunicare con i pazienti è parte integrante della deontologia medica, per questo l’Università di Bari ha avviato un corso sulla medicina narrativa e comunicazione medico paziente curato dal giornalista Franco Giuliano. L'ultimo appuntamento ha avuto al centro il tema della "Medical Humanities". Negli Stati Uniti un crescente numero di Scuole di Medicina ha puntato su questo tipo d’insegnamento: già nel 2011, 69 delle 133 Scuole di Medicina prevedevano che gli studenti frequentassero almeno un corso relativo alle Medical Humanties durante il loro percorso di studi.
Bari è forse una delle prime in Italia ad avere avviato questo insegnamento volontario «che - come ha annunciato il preside della Scuola di Medicina dell’Università pugliese, Loreto Gesualdo - potrebbe diventare presto obbligatorio».