C’è un quartetto di musicisti baresi d’adozione tra i premiati con la Targa Tenco 2018 nella categoria «Album collettivo a progetto» all’Ariston di Sanremo. Si chiamano Tukurù e fanno parte dei 10 artisti chiamati a realizzare l’album collettivo Voci per la Libertà – Una Canzone per Amnesty, che arriva proprio nei vent’anni del festival e in una edizione del Premio Tenco dedicata ai Migranti («Migrans – Uomini, idee, musiche»).
Anche se la città di Bari li ha accolti, i Tukurù provengono da luoghi più disparati. Williams Sassene, cantante e autore dei testi, arriva da Yaundee, in Cameroun. Giovanni Ceresoli, chitarrista e percussionista ma anche sociologo, è nato e cresciuto a Bergamo. Infine, l’anima vera pugliese è rappresentata da Domenico Monaco (tastiere) e Nicoletta D’Auria (violoncello), nati entrambi nella provincia di Taranto. «È stata una bella soddisfazione essere inseriti in questa compilation – commenta Ceresoli -, che ci vede accanto ad altri 10 nomi importanti della musica come Nada Malanima, Nevruz e il tarantino Diodato, ma ci sono anche Carlo Valente, Elisa Erin Bonomo, The Bastard Sons of Dioniso, Amarcord, Giovi e Anna Luppi». L’interculturalità, la sperimentazione, la contaminazione sono i concetti chiave dei Tukurù, un progetto sonoro che mescola l’hip hop all’afrobeat, al desert blues fino al funky. Nei testi vengono affrontate tematiche attuali, come l’integrazione e le battaglie per la conquista della libertà. «Attualmente c’è un sentimento fortemente alimentato dai media, che sta prendendo posto nell’animo delle persone: la xenofobia – commenta Ceresoli -. La paura del diverso, che porta a un atteggiamento di chiusura e di protezione, come se la nostra identità fosse in pericolo nell’incontro con altre identità. Il nostro progetto mira a sottolineare il profondo messaggio che la musica ci ha lasciato nella storia. Il blues, il rap, il reggae, ma anche il flamenco, la musica napoletana e praticamente tutti gli stili musicali hanno origine dalla mescolanza e dalla stratificazione di differenti culture. La mescolanza è fertilità artistica, è vita».
Nel disco i Tukurù sono presenti con due brani: Musango, il brano finalista del concorso «Una Canzone per Amnesty», e Les Reves de Kunta. «Voci per la Libertà - Una Canzone per Amnesty», diretto da Michele Lionello, è un’iniziativa che ha l’obiettivo di premiare canzoni che tengono insieme bellezza artistica, impegno civile e sensibilità umana e, infatti, la compilation raccoglie 15 canzoni caratterizzate da messaggi profondi di lotta, di speranza e di pace. In tutto questo non possiamo dimenticare che Ceresoli è un sociologo.
«Sono un antropologo mancato, ho studiato sociologia e credo che in qualche maniera la musica porta avanti un messaggio molto importante. In questo periodo si parlo molto di sovranisti e stanno tornando forti i movimenti politici nazionalisti, cose che non erano immaginabili fino a non molto tempo fa. Il ritorno di queste tendenze rende ancora più importante il messaggio della musica: l’uomo è un solo popolo». Dopo aver partecipato ad agosto alla rassegna Experimenta e l’anno scorso a Time Zones, i prossimi appuntamenti live dei Tukurù sono il 23 al Mesalibre di Gioia del Colle e il 7 dicembre al Cameraclub di Matera.