BARI - Manca un mese allo sgombero del Palagiustizia di via Nazariantz dichiarato inagibile e a rischio crollo. Il Comune ha fissato il 31 agosto come termine ultimo per fare gli scatoloni e andare via. Il tempo scorre via veloce. Ma le incognite sono ancora tante.
La Giustizia barese si appresta a vivere un mese bollente non solo per l’anticiclone africano. Ieri, all’interno del Palazzo di fronte al cimitero c’è stato un mini trasloco interno. I Pm che hanno gli uffici al terzo e quarto piano hanno iniziato a traslocare verso i piani più bassi, al primo piano e -1 per l’esattezza, lì dove un tempo c’erano le sezioni di polizia giudiziaria di Guardia di finanza, Carabinieri e Polizia, oltre un centinaio di uomini in tutto tornati o che stanno per tornare nei reparti di appartenenza. Per definizione dovrebbero lavorare a stretto contatto con la magistratura inquirente. Non sarà possibile. L’obiettivo dell’anticipo di «spezzatino» è alleggerire i carichi sui piani superiori, mentre armadi e fascicoli saranno sistemati nel piano interrato.
Nel frattempo, nel Palazzo di Giustizia di piazza De Nicola si continua a fare di necessità virtù. I riesami vengono discussi nell’aula della camera di consiglio della Corte d’Assise o nell’aula dell’Associazione nazionale magistrati. Al sesto piano c’è la cancelleria del Tribunale del Riesame e una cancelleria «avamposto» dell’ufficio gip-gup. Sempre qui si celebrano le udienze di convalida dei fermi e degli arresti, nonché i processi per direttissima. Quelli con detenuti o termini di custodia cautelare si svolgono anche nell’aula bunker di Bitonto. I dirigenti amministrativi si fanno ogni giorno in quattro per fare conciliare le esigenze degli uffici giudiziari di piazza De Nicola che non scoppia di salute.
Si andrà avanti così sino a quando non saranno terminati i lavori di adeguamento della ex sezione distaccata di Modugno che dovrebbe ospitare aule e uffici del Tribunale penale e del palazzo di via Brigata Regina, alle spalle dell’edificio attuale, dove potrebbe andare una parte della Procura anche se c’è posto solo per un terzo dei pm (dieci su trenta) costretti a dividere le stanze anche in quattro e la metà del personale amministrativo della Procura (circa 50 su un centinaio di addetti). In vista della «soluzione ponte» i cui contorni non sono così nitidi.
Non è facile lavorare in queste condizioni. Per nessuno. Avvocati e personale amministrativo hanno ribadito il loro «no» al trasferimento degli uffici giudiziari penali nell’immobile di via Oberdan, dove quasi certamente sarà trasferita la maggior parte dell’attività della Procura. Ieri se ne è discusso nel corso dell’ennesima Conferenza permanente che si è riunita presso la Corte di Appello di Bari e che è al lavoro per organizzare il trasloco.
Nella riunione sono state evidenziate le già note criticità sull’ex sede Inpdap dove saranno trasferiti alcuni uffici giudiziari: spazi ridotti, problemi di sicurezza legati a questioni ambientali (l’edificio è a ridosso della Ex Fibronit a lungo alle prese con le bonifiche da amianto), disagi per parcheggi e viabilità, trasferimento dei detenuti, con tutte questioni all’attenzione del Ministero della Giustizia dal quale si attende a giorni la decisione sulla scelta della sede dove trasferire parte degli uffici.
La riunione è stata aggiornata al 10 settembre, salvo convocazioni urgenti qualora da Roma arrivassero novità. Intanto, da domani, sul calendario, resterà solo il mese di agosto per lasciare l’edificio. Le incognite restano numerose. E manca solo un mese al mega trasloco.