Il museo etnografico di Capurso (in sigla «Meca) è ora in rete ed è raggiungibile tramite il link «meca.altervista.org». A realizzare il sito online sono stati i ragazzi dell’istituto comprensivo «Savio-Montalcini» nell’ambito di un progetto Pon sull’inclusione sociale. Il museo della civiltà contadina ha la sua sede al piano terra di palazzo De Angelis, in via Mizzi 27, in un fastoso edificio del XVIII secolo dalla caratteristica facciata con tre portoni più due ali laterali (di particolare pregio il balcone monumentale, retto da quattro Telamoni a tutto tondo).
L’istituto comprensivo ha deciso di presentare questo progetto per le sue potenzialità educative nei confronti dei più giovani affinchè prendessero coscienza di una civiltà come quella contadina che va scomparendo. Oggetti che altrimenti sarebbero andati persi, assieme al loro carico di memorie e di storie, mettendoli in rete vengono nuovamente inclusi e gli viene data una nuova dignità, proprio da quegli strumenti altamente tecnologici che in qualche modo hanno decretato la fine di quella civiltà in termini di valori. «I ragazzi - affermano i docenti del progetto - hanno imparato che accogliere la diversità in tutte le sue forme, che sia culturale, generazionale o sociale, è il principio fondante di una società sana che può progredire. Una società in cui la scuola ha il delicato compito di farsi ponte, per creare una comunicazione costante fra i valori del passato e quelli del futuro». Il sito del «Meca» raccoglie alcuni dei numerosi attrezzi della civiltà contadina contenuti nel museo, suddividendoli per aree tematiche e mettendone in evidenza le caratteristiche con puntuali descrizioni.
Contrariamente alla tendenza all’oblio, la scuola, attraverso il suo intervento di promozione e conoscenza nel web del museo etnografico, ha scelto, in linea con le linee programmatiche tracciate da diverso tempo dal comune di Capurso, di trasmettere il valore fondamentale del ri-uso attraverso il racconto di oggetti che hanno ancora tanto da insegnare e raccontare se solo qualcuno avesse la pazienza di dar loro una «voce». L’iniziativa è stata realizzata nell’ambito del progetto «Per crescere insieme», modulo «Piccoli etnografi crescono», sotto la direzione dell’esperta Maria Teresa Radogna e della tutor Maria Giannini.