BARI - Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha assegnato oggi con decreto le deleghe di assessore ai Trasporti e ai Lavori Pubblici, Mobilità e Difesa del Suolo al consigliere regionale avv. Giovanni Giannini, a seguito della pubblicazione del decreto di archiviazione delle indagini richiesto dal magistrato inquirente». Lo rende noto un comunicato della Regione. Giannini, che era indagato in una inchiesta su presunte tangenti in cambio di appalti, si era dimesso il 12 luglio 2017.
«Con decreto del presidente - prosegue la nota - sono state anche assegnate le deleghe alle Attività produttive, competitività, energia, ricerca industriale e innovazione al vicepresidente e assessore Antonio Nunziante, che mantiene le precedenti deleghe». Il primo atto di Giannini (di nuovo) assessore sarà partecipare alla riunione di giunta prevista domani, martedì.
«Sono contento perché è finita. Abbiamo archiviato una brutta pagina della mia esperienza in Regione e della mia esperienza politica», ha detto Giannini. «Sono anche contento - ha sottolineato l’assessore - perché le indagini hanno dimostrato che non c'era nessun coinvolgimento della mia persona in attività illecite. E quindi sono soddisfatto per l’esito».
Inoltre, ha aggiunto, «sono grato al presidente per la fiducia riaccordata, dandomi le stesse deleghe che avevo. E ringrazio Nunziante (assessore al quale erano state trasferite le sue deleghe, ndr) per l’attività che ha svolto in questo anno». «Adesso - ha evidenziato - ricominceremo a lavorare con la stessa lena di prima, anzi di più, nell’interesse della comunità pugliese».
Quanto ai dossier dell’assessorato su cui dovrà concentrarsi con più urgenza, Giannini ha precisato: «Vedremo: sono stato rigorosamente rispettoso dell’esigenze degli organi inquirenti e investigativi - ha concluso - per cui non sono andato per niente in assessorato, proprio per evitare ci fossero dei travisamenti».
L'INDAGINE - Riguardava un presunto episodio di corruzione il coinvolgimento, oggi archiviato, dell’assessore della Regione Puglia Giovanni Giannini in una indagine della Procura di Bari su presunti appalti truccati. Un anno fa quella indagine portò all’arresto di 11 persone, tra i quali l’allora sindaco di Altamura Giacinto Forte.
L’episodio per il quale Giannini era stato indagato aveva al centro un salotto regalato a sua figlia da un imprenditore di Polignano a Mare, Modesto Scagliusi, titolare del noto ristorante 'Grotta Palazzesè, in cambio, secondo l’accusa, dell’interessamento del'amministratore per agevolare pratiche in corso con la Regione per un finanziamento da due milioni di euro a beneficio del ristorante. Obiettivo della presunta dazione di denaro sarebbe stata anche l’intercessione di Giannini, non andata a buon fine, presso la Sovrintendenza ai Beni culturali di Bari per l’approvazione di un progetto di variante relativi ai lavori sul ristorante. Gli accertamenti di Guardia di Finanza e Carabinieri, coordinati dai pm Marco D’Agostino e Claudio Pinto, hanno escluso responsabilità di Giannini.
La più ampia indagine che ha coinvolto l’assessore riguardava presunte tangenti in cambio di appalti nei Comuni di Acquaviva delle Fonti, Altamura e Castellana Grotte. Sono cinque le presunte gare che sarebbero state truccate - secondo la magistratura barese - da funzionari e imprenditori locali dei tre Comuni e riguardano la ristrutturazione del teatro di Acquaviva delle Fonti (bando del 2015 da oltre 3 milioni di euro), l’appalto per la progettazione e per i successivi lavori per il depuratore di Acquaviva e poi anche per quello di Altamura, la ristrutturazione di una scuola media di Castellana Grotte. Per alcune di queste vicende è già in corso il processo di primo grado, altre sono ancora in fase di indagine preliminare.