Nelle scorse ore è diventato pubblico il bilancio del Napoli. Numeri che confermano la gestione virtuosa del club di De Laurentiis. Dopo un roboante attivo di 79 milioni, un anno fa, la società partenopea concede il bis con un utile netto di 63,029 milioni (91 da tassare). Ancora una volta a fare la differenza è la capacità di produrre plusvalenze. Ben 79 nel 2023, 70 a giugno 2024.
Ma la notizia che più di tutte smuove le psicologie, già fragili, del popolo biancorosso riguarda la quotazione reale di Walid Cheddira ed Elia Caprile, passati dal Bari al Napoli nell’estate del 2023. L’attaccante marocchino ha portato in dote una valutazione di 3 milioni di euro (il 50% è stato riconosciuto al Parma) mentre il talentuoso portiere, anche lui scelto con grande intuito da Ciro Polito, è stato pagato 2,218.116 milioni (vanno, poi, aggiunti 538 mila euro per gli agenti per un totale di 2,756.116 come si legge nell’allegato B della tabella di movimentazione su cui si calcolano gli ammortamenti), con relativo 25% da corrispondere al Leeds che, come il Parma, vantava una percentuale sulla rivendita. Già nel bilancio di dodici mesi fa, si leggeva tra le righe che il Bari si era assicurato una plusvalenza di 5,2 milioni, al lordo delle cifre da versare a Parma e Leeds.
Resta la percezione, fortissima, di un’operazione molto poco vantaggiosa per il Bari. È vero che sia Caprile che Cheddira pretendevano di giocare in A, ma perché non è stata la società presieduta da Luigi De Laurentiis a gestire la proprietà dei calciatori? Prendiamo il caso dell’attaccante. In un primo momento il Frosinone trattava con il Bari sulla base del prestito con un obbligo di riscatto (in caso di salvezza) a una cifra compresa tra 7 e 8 milioni. Alla squadra ciociara sarebbe bastato pareggiare in casa con l’Udinese per restare in A.
Ma a un certo punto della trattativa si è inserito il Napoli (500 mila euro il costo del prestito al Frosinone a cui si sarebbero aggiunti altri 300 in caso di permanenza) che ha deciso di rilevare il cartellino (anche quello di Caprile, poi ceduto in prestito all’Empoli per 500 mila euro). Poco più di 5 milioni, una cifra assolutamente al ribasso. E allora la domanda che i tifosi si pongono è la seguente: perché spunta il Napoli impedendo, così, al Bari di patrimonializzare e, nel caso, di incassare in prospettiva un bel gruzzoletto che avrebbe potuto aumentare il «fuoco» sul mercato? Un interrogativo già posto al presidente Luigi De Laurentiis ma che è rimasto, tristemente, senza risposta.
I bilanci sono lì, pubblici. I numeri, chiarissimi. Il resto è storia recente.