Sabato 06 Settembre 2025 | 16:49

Se il vaccino ti fa male ti cura l'avvocato

 
Massimiliano Scagliarini

Reporter:

Massimiliano Scagliarini

Se il vaccino ti fa male ti cura l'avvocato

Da dicembre al 26 aprile sono state segnalate all’Agenzia italiana del farmaco 56mila possibili reazioni avverse

Martedì 18 Maggio 2021, 19:33

Tre casi di reazioni avverse su 18 milioni di somministrazioni effettuate in Italia sono potenzialmente correlabili al vaccino. Il che non significa, naturalmente, che siano dipese dal vaccino. La campagna in corso in questi mesi è il più grande test medico di massa della storia dell’umanità, che dirà qualcosa sul piano scientifico a proposito dei rischi reali connessi all’utilizzo di un «farmaco preventivo». Ma qualcosa già si può dire, oggi, sul rapporto tra italiani e vaccini.
Da dicembre al 26 aprile sono state segnalate all’Agenzia italiana del farmaco 56mila possibili reazioni avverse. Poco più di 9 su dieci sono effetti blandi tipo mal di testa, dolore al punto di iniezione, febbre lieve, stanchezza.

Il resto è definibile come reazione grave: scopo del sistema di farmacovigilanza è capire se esista un rapporto di causa-effetto con la vaccinazione. Ma, appunto, siamo nel dominio della scienza.
Se scendiamo a livello terreno, quello che emerge dall’analisi delle segnalazioni è che solo una minoranza dei casi «sospetti» proviene da persone di età superiore ai 60 anni, cioè gli anziani che in base a una certa vulgata avrebbero avuto più da temere dal vaccino. Anzi, per essere precisi: quelli che hanno segnalato il maggior numero di (presunte) reazioni avverse sono stati i ventenni, che in questa fase della campagna dovrebbero appartenere a categorie particolari (personale sanitario, studenti di medicina, e solo in minima parte soggetti fragili). Ma è ancora più significativo che il 42% di tutte le segnalazioni sia stata effettuata attraverso un avvocato.

Proviamo a immaginare come è andata, per 20mila volte, da dicembre ad aprile. Un cittadino fa la sua brava fila al centro vaccinale e – dopo essere tornato a casa – scopre di avere dolore al braccio o mal di testa. Chiama il medico, giusto? E quello gli risponderà: stai tranquillo, non ti preoccupare, domani mattina ti passerà tutto. Ma il cittadino si agita, pensa a quello che ha letto su Facebook, immagina scenari catastrofici. E a quel punto cerca la consolazione dell’anima. Invoca la giustizia degli uomini. Corre nello studio dell’avvocato.

Intendiamoci. L’avvocato che segnala una reazione avversa a vaccino si limita a fare il proprio lavoro, l’interfaccia tra cittadino e resto del mondo: lo chiamano, e lui interviene. Ma è interessante il paradigma psicologico di quei ventimila signor Rossi che, con il capogiro o qualche linea di febbre, invece di prendere un’aspirina e buttarsi nel letto, cercano di andare oltre. Pensando magari di poterci guadagnare qualcosa: una bella causa, che in Italia non si nega a nessuno, e qualche soldino per il fastidio.
È interessante anche notare che l’85% delle segnalazioni (anche delle presunte reazioni gravi) ha come esito «risoluzione completa» o «miglioramento» già al momento dell’invio. Cioè qualcosa che più o meno dice: guarda che ieri mi è venuto mal di testa, ma nel frattempo mi è passato tutto. Anche sui casi seri, cioè sulle 223 segnalazioni di decesso dopo il vaccino, bisogna essere estremamente attenti. Intanto, la frequenza di queste segnalazioni è uguale in tutto il mondo, e non sono mai stati segnalati decessi dopo shock anafilattico o reazioni allergiche importanti: questo farebbe pensare, appunto, che anche i possibili effetti gravi del vaccino si risolvono dopo uno o più giorni. In più, 191 dei 223 ipotetici decessi da vaccino riguardano persone fragili con altre malattie (spesso importanti). Finora in Italia sono risultati «correlabili» alla vaccinazione tre decessi per trombosi. Gli scienziati diranno se esiste un rapporto di causa-effetto tra il vaccino e il decesso di queste tre persone. Nel frattempo deve essere chiaro che di trombosi si moriva prima del covid e, presumibilmente, si continuerà a morire anche dopo. Non sarebbe male ricordarselo, prima di correre dall’avvocato.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)