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La nostra sfida per la Gazzetta, con il Sud sempre in testa

 
Vito e Sebastiano Ladisa

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Vito e Sebastiano Ladisa

La nostra sfida per la Gazzetta, con il Sud sempre in testa

«La Gazzetta è qualcosa di più: è un’Istituzione. E quando si ha la responsabilità di un’Istituzione (ora anche bene culturale), la trepidazione di tutti noi raddoppia, il senso della sfida ti cattura il cuore e la mente»

Giovedì 10 Dicembre 2020, 13:05

L’impresa è la più alta fabbrica di socialità mai creata dall’uomo. Senza un sistema di imprese efficienti e produttive, addio lavoro e addio futuro: il sottosviluppo è assicurato.
Ma anche la stampa è garanzia di progresso e miglioramento sociale. Senza un giornale di riferimento, nessun territorio può sperare e investire nella crescita. Lo dimostra la storia dell’editoria italiana, formata per il 90 per cento da quotidiani regionali o pluri-regionali. Lo dimostra, in modo particolare, la storia de La Gazzetta del Mezzogiorno, che ha raccontato, accompagnato e favorito la crescita sociale, economica, civile e culturale di Puglia e Basilicata in 133 anni. Senza la Gazzetta chissà come sarebbe andata. Non pensavamo, fino a poco tempo addietro, di dover soccorrere un giornale in grave pericolo per vicende che i Lettori già conoscono e che qui forse è inutile riepilogare. Ma quando abbiamo verificato il rischio che Puglia e Basilicata si ritrovassero improvvisamente senza il loro «difensore civico» identitario non abbiamo esitato un attimo. E pur essendo, come gruppo industriale, cresciuti in un altro settore produttivo, abbiamo avvertito forte il richiamo, il dovere di agire, di fare il massimo, di dare l’anima per salvare e rilanciare la nostra Gazzetta.

Inutile dire che oggi, all’esordio come editori della Gazzetta, siamo emozionati come nel primo giorno di scuola. La Ledi srl (gruppo Ladisa) si è aggiudicata il 23 novembre scorso il bando per l’affitto del ramo d’azienda di Edisud, la casa editrice de La Gazzetta del Mezzogiorno. Da quel giorno ci siamo tuffati in questa nuova impresa con un entusiasmo particolare, tutti iper-consapevoli della nuova, inattesa, responsabilità che ricade sulle nostre spalle. La Gazzetta del Mezzogiorno non è solo la finestra che si affaccia su due regioni; non è solo il biglietto da visita del Sud più evoluto; non è solo il megafono di quel «popolo di formiche» che ha trasformato, in fertili giardini, terreni aridi e infecondi; non è solo un’impresa il cui bilancio va risanato nell’interesse di tutti: editori, dipendenti, lettori, stakeholder vari unitamente alle parti sociali.

La Gazzetta è qualcosa di più: è un’Istituzione. E quando si ha la responsabilità di un’Istituzione (ora anche bene culturale), la trepidazione di tutti noi raddoppia, il senso della sfida ti cattura il cuore e la mente.
Abbiamo raccolto i pressanti appelli - per il salvataggio del giornale - rivolti all’imprenditoria meridionale da tutti i dipendenti di questa azienda, perché riteniamo che chi ha avuto la possibilità di affermarsi sul piano imprenditoriale, non può mai restare indifferente di fronte alla sorte di un’istituzione territoriale in crisi. Sarebbe una prova di cinismo. Lo abbiamo fatto con grande convinzione, oltre che per le ragioni sopra accennate, anche perché sappiamo di operare in due regioni - Puglia e Basilicata - la cui imprenditoria ha voglia di fare sviluppo, di creare ricchezza, e se non fosse per la resistenza burocratica nei confronti di tutto ciò che è innovativo e propositivo, avrebbe toccato livelli ancora più alti. Ciò nonostante la Puglia e la Basilicata non vanno confuse con il resto del Sud. In Puglia ci sono aree in cui Pil e reddito pro capite sono addirittura in linea con le cifre del ricco profondo Nord. Intendiamoci, bisogna lavorare sodo, bisogna raddoppiare gli sforzi perché le infrastrutture sono quelle che sono, ma quando non si risparmia alla voce sudore, i risultati arrivano. Il che lascia ben sperare. Il che, non lo diciamo solo noi, va spiegato anche con il ruolo di pungolo culturale svolto in 133 anni dalla nostra amatissima Gazzetta.

Ora dobbiamo ancora di più dimostrare che l’Impresa costituisce l’unica vera solida ancora di salvezza per uscire da una crisi economica aggravata dalla pandemia; e che la stessa Gazzetta dovrà dimostrare di saper essere un modello di Impresa. Del resto, più un’impresa è sana, più è autonoma e incalzante nei confronti di tutti i suoi interlocutori: tradizionali ed occasionali.
Abbiamo trovato una redazione e una struttura poligrafico-amministrativa consapevoli della posta in gioco da affrontare, a partire dall’innovazione permanente. Con questo spirito, nessun traguardo è precluso.
Garantiremo la dovuta autonomia alla direzione e alla redazione del giornale, certi che i fatti vanno distinti dalle opinioni e che, se l’obiettività può rappresentare un concetto astratto, viceversa lo sforzo in direzione dell’obiettività deve rappresentare un dovere concreto, costante.

La Puglia e la Basilicata dovranno continuare a costituire la bussola del nostro giornale. Ovviamente in una prospettiva europea, tesa alla modernità, all’innovazione, giammai alla cultura del singhiozzo. Il sostegno alle migliori energie (imprenditoriali, sociali, culturali, scientifiche, tecnologiche eccetera) dovrà essere la cifra della Gazzetta, che irrobustirà la sua offerta informativa sul sito Internet e sui social, e la sua offerta formativa sul giornale cartaceo. Il potere politico dovrà essere incalzato, richiamato alle proprie responsabilità quando si distrae o quando dimentica gli interessi generali; dovrà, invece, essere incitato e apprezzato quando opera a beneficio di tutti, e soprattutto in direzione dell’ammodernamento del sistema produttivo, dello scioglimento di quei lacci e lacciuoli che imbrigliano chi ha voglia di intraprendere.

Ci fermiamo qui, umili e orgogliosi - perdonateci il termine - dell’atto di coraggio e di fiducia che abbiamo realizzato, investendo tempo e risorse in un settore da tutti ritenuto in crisi irreversibile. Ma noi non ci arrendiamo. Né ci arrenderemo mai. Coltiviamo la speranza e abbiamo la convinzione di essere all’altezza della sfida che ci attende. Dobbiamo farcela. Tutti insieme.
È un amore antico, profondo e indissolubile. Viva la Gazzetta. Viva la sua gente di Puglia e Basilicata. Viva il Sud.

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