Maglione blu, un foglio che cerca nelle tasche di un modernissimo «baggy» e l’aria di chi, almeno per il momento, può tirare un sospiro di sollievo. Le liste sono state chiuse e consegnate. Sono sei. «Né troppe, né poche». Antonio Decaro, candidato presidente della coalizione progressista alla Regione Puglia, ha presentato ieri nel comitato di corso Vittorio Emanuele la lista civica «Decaro Presidente». Chiusa non senza veleni. Solo giovedì scorso lo strappo con il consigliere uscente di Con, Stefano Lacatena che - annunciando il suo ritorno nel centrodestra - ha dichiarato l’esclusione dalla lista come «un atto di violenza».
Ma l’europarlamentare barese continua a buttare acqua sul fuoco. Un mood utilizzato sin dal principio di una campagna elettorale con molti più screzi in casa che fuori: «Le liste - spiega - si chiudono sempre tra polemiche e fibrillazioni. Qualcuno si candida, qualcuno non si candida più, qualcuno sceglie una strada diversa. A chi ha scelto un’altra strada, rivolgo un sincero augurio di buon lavoro. Io però ho la coscienza a posto: non porto rancori, non ho rimpianti». E a chi ancora gli chiede del suo rapporto con Michele Emiliano lui sorride e ripete ancora: «Emiliano lo sento ogni giorno».
Poi si rivolge a tutti i candidati e le candidate al consiglio regionale che si presenteranno alle elezioni del 23 e 24 novembre nelle sei province pugliesi: «Non me ne voglia nessuno, ma sento di avere verso queste persone un dovere: dare loro un’opportunità. La stessa che qualcuno, vent’anni fa, diede a me, quando sono diventato un giovane assessore tecnico e mi fu permesso di imparare l’amministrazione della cosa pubblica attraverso l’impegno. Per me la politica è questo: aprire porte, non chiuderle. È dare voce a chi non ne ha, spazio a chi non lo ha mai avuto».
Nella lista di «Decaro Presidente» la scelta è stata chiara: non ci sono professionisti della politica. «Nessuno di loro ha pacchetti di voti o rendite di posizione. Sono professioniste e professionisti, amministratori locali di piccoli comuni, insegnanti, imprenditori, sportivi, persone impegnate nel sociale, nella scuola, nelle parrocchie, nelle istituzioni. Cinquanta volti e cinquanta storie che rappresentano la nostra comunità. A loro ho chiesto una sola cosa: coraggio. Il coraggio di mettersi in gioco, di credere che esiste una buona politica, che si può servire la propria con le idee, con l’onestà e la passione che loro ci mettono ogni giorno nelle loro vite. Molti dicono che è una scommessa perdente. Io però ci voglio provare. Io sento di avere il dovere di provarci».
Il candidato ringrazia poi i partiti, i movimenti, le liste civiche, ma soprattutto le donne e gli uomini che hanno deciso di mettersi in gioco, di dedicare tempo, energie, passione a un progetto comune. Infine, ribadisce l’impegno a fare slalom per evitare scontri: «La mia campagna elettorale sarà fatta di proposte, non di polemiche. Voglio che si parli di Puglia, solo di Puglia: delle sue sfide, delle sue potenzialità, dei suoi limiti da superare. Anche a costo di sembrare noioso, preferisco parlare di ciò che possiamo fare, piuttosto che di chi dovremmo criticare. Ho promesso che avrei ascoltato, studiato e che mi sarei preparato insieme alla mia comunità e così abbiamo scritto il programma della coalizione progressista». Poi un messaggio che risponde indirettamente alle polemiche sulle liste annunciando un cambio di passo: «Io non mi sto candidando a fare il leader del civismo pugliese, mi sto candidando per servire la mia terra, non mi sto candidando per guidare dei movimenti, per guidare dei partiti. Mi sto candidando perché voglio guidare la Puglia verso una nuova stagione che deve essere una stagione di crescita, di innovazione, ma soprattutto una stagione di giustizia sociale».














