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Atletica leggera, «La Puglia meritava di ospitare gli Assoluti»

 
Roberto Longo

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Roberto Longo

Atletica leggera, «La Puglia meritava di ospitare gli Assoluti»

Intervista a Stefano Mei, numero uno della Federazione italiana di atletica leggera: «Non ci sono solo campioni, cresce tutto il movimento»

Lunedì 03 Luglio 2023, 10:49

Gli appassionati di atletica leggera lo ricordano vincitore e campione europeo dei 10mila metri a Stoccarda 1986, per gli addetti ai lavori Stefano Mei è il numero uno della Federazione italiana di atletica leggera che guida da quasi due anni e mezzo. Da quando è arrivato lui l’atletica azzurra è tornata a vincere raccogliendo anche il lavoro dei suoi predecessori, attraversando uno dei periodi più fulgidi della sua storia. A Molfetta per la presentazione dei Campionati Italiani assoluti individuali del prossimo mese di luglio, il presidente Mei ha risposto senza esitazione alle nostre domande.

Perché la Puglia per la prossima edizione degli Assoluti?

«Perché c’è un campo bellissimo a Molfetta, era già in programma lo scorso anno e tornati da Tokyo, dopo varie vicissitudini la scelta è ricaduta sulla Puglia perché questa regione lo merita, fucina da sempre di grandi campioni e non è un caso che pugliesi siano i campioni olimpici Antonella Palmisano e Massimo Stano»

Dalle Olimpiadi di Tokyo ad oggi una serie incredibile di successi per l’atletica italiana.

«Si, qualcuno dice che sia un caso, qualcuno afferma che si tratta di fortuna ma ahimè, chi ha fatto atletica sa perfettamente che il caso e la fortuna sono componenti minimali di un lavoro. È chiaro che qualcosa sia cambiato perché a parità di tecnici e atleti abbiamo cominciato a vincere e non dico che non ci si ferma più perché è meglio non sfidare la fortuna però è anche vero che ogni anno i ragazzi ci stupiscono e solo qualche giorno fa hanno conquistato la Coppa Europa. Pensate che qualche anno fa ci si salvava soltanto all’ultima gara dell’ultima giornata, oggi abbiamo dimostrato una compattezza che non c’è mai stata, non penso solo alle punte ma anche alle immediate seconde schiere che stanno crescendo dietro i campioni già affermati. Tutti portano il loro contributo e credo che quando è così le cose vengono molto più semplici».

I vincenti tirano gli altri, qual è il segreto di questo radicale cambiamento di rotta?

«Ma guardi questo c’è sempre stato, quando arrivano i risultati c’è un effetto traino. Accadeva anche negli anni ‘80 con Pietro e Sara (Mennea e Simeoni n.d.r.), cominciarono loro poi ci fu Cova e tutti noi giovani volevamo batterli. Quando c’è il campione olimpico in casa diventa difficile, non hai molte scelte, per battere lui devi diventare forte come lui e questo è quello che sta accadendo. Nelle diverse discipline i ragazzi capiscono che ci devono provare, ci ha provato Jacobs, ci ha provato Tamberi ed ognuno per la sua storia sta costruendo una pagina dell’atletica veramente formidabile. Se vogliamo vedere qual è il segreto da parte della Federazione semplicemente aver investito molto. Nel 2022, dopo Tokyo, abbiamo investito quasi tre milioni in più nell’attività e questo ha fatto la differenza senza nulla togliere alle società, distribuendo risorse come mai era accaduto soprattutto nei confronti della base».

La Puglia non è solo Stano, Palmisano e Fortunato. C’è un grande movimento ma Stefano Mei cosa si aspetta da questa terra?

«La Puglia ha sempre prodotto campioni, magari mancava la crescita ma in questo momento vedo tanti ma tanti giovani che si stanno avvicinando all’attività e non è un caso che comincino ad esserci più impianti. Quando c’è un’impiantistica che funziona i ragazzi vengono fuori lo stesso ma è ovvio che se c’è una pista è meglio. In questo momento i ragazzi hanno impianti utilizzabili. Il sogno è che questo buon esempio che viene dalla Puglia possa ripetersi in tanti posti del sud ma ci vuole un progetto di ampio respiro da portare avanti congiuntamente al governo».

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