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Atletica, Mei e la Puglia che va: «Regione virtuosa e ricca di talenti Leone lavora bene»

 
Patrizia Nettis

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Patrizia Nettis

Atletica, Mei e la Puglia che va: «Regione virtuosa e ricca di talenti Leone lavora bene»

Gli atleti pugliesi sempre più protagonisti a livello nazionale

Lunedì 19 Dicembre 2022, 12:49

Il momento d’oro dell’atletica italiana che è a forte trazione pugliese. Non solo nei risultati (vedi gli ori olimpici della marcia con Stano e Palmisano), ma anche nei numeri e nelle istituzioni con la presenza nel consiglio nazionale di nomi di peso della nostra regione. Il presidente nazionale della Fidal Stefano Mei traccia un bilancio dei suoi quasi due anni alla guida della federazione di atletica leggera. Campione europeo dei 1000 metri a Stoccarda nel 1986, il numero uno della Fidal è stato in Puglia ospite della Fondazione La Capitanata per lo sport per il gran galà organizzato dall’ente guidato dal presidente Aristide Guarrasio e dal direttore Bellisario Masi che ha donato a Mei (e alla campionessa foggiana della sciabola Martina Criscio) la pergamena di socio onorario della fondazione.
Presidente Mei, un primo bilancio?
«Poteva andare peggio. Credo che i due ori in 15 minuti di Jacobs e Tamberi siano stati da traino per tutto quello che è venuto dopo. Ci hanno fatto rendere conto di quello che avremmo potuto fare. Il sottile confine tra vittoria e sconfitta è il talento e credo che abbiamo trovato il modo per far sì che questo talento, che covava sotto traccia, venisse fuori. Mi dicono che sono un uomo fortunato, ma dopo le Olimpiadi abbiamo riconfermato il nostro valore vincendo ancora quindi non è un caso ma c’è un sistema Italia».
Un sistema Italia che è cresciuto nei numeri in questi anni.
«All’inizio del mandato avevo promesso che avrei cercato di far tornare l’atletica a essere il secondo sport in Italia dopo il calcio e con i risultati ottenuti ci siamo riusciti».

Vincere è difficile, ma confermarsi lo è ancora di più.
«A Tokyo abbiamo avuto 10 finalisti, quest’ anno ai campionati del mondo stesso numero ma i nomi erano diversi. Questo vuol dire che in teoria la base si è allargata a 18 finalisti. Una medaglia olimpica arriva se si creano le condizioni e le condizioni si creano per cercare di allargare il numero di chi può arrivare sul podio».
La sua è una federazione a forte trazione pugliese: Mimmo De Molfetta, consigliere nazionale in quota tecnici, Pietro Allegretti e Eusebio Haliti tra i suoi più stretti collaboratori…
«La Puglia è una terra che dà molti campioni, è un movimento ricco. Ad esempio il presidente regionale Giacomo Leone ha vinto maratona di New York, mediaticamente molto importante. C’è fermento qui come in tutta Italia».
Palmisano dice spesso che se lei e Stano sono arrivati a vincere un oro olimpico la «scusa» che si viene dal Sud non è più valida e che si può e si vincere “nonostante”. Nonostante gli impianti, ad esempio.
«Il problema dei campi di atletica è che costano moltissimo e non producono reddito e i Comuni tendono a nicchiare quando devono investire in un campo di atletica. Ma le cose stanno cambiando. Giacomo Leone ha fatto molto per l’impiantistica in Puglia che ha Molfetta e il Bellavista a Bari. Ci vuole anche spirito di iniziativa, bussare alle porte e rompere le scatole. Leone lo ha fatto e lo fa. In ogni caso anche se le piste sono vetuste, se ci sono bisogna utilizzarle».
Il sogno del primo mandato?
«Organizzare il miglior campionato europeo a Roma (giugno 2024, ndc) con l’auspicio che sia un trampolino di lancio per Parigi dove non chiederò mai agli atleti di vincere le medaglie, ma di fare tutto quello che devono per darsi possibilità di vittorie».

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