Martedì 21 Ottobre 2025 | 18:57

Quegli amori imperfetti sono «Fango in Paradiso»: Francesca Michielin racconta il suo Sanremo 2025

Quegli amori imperfetti sono «Fango in Paradiso»: Francesca Michielin racconta il suo Sanremo 2025

 
Bianca Chiriatti

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Bianca Chiriatti

Quegli amori imperfetti sono «Fango in Paradiso»: Francesca Michielin racconta il suo Sanremo 2025

Il 2024 l'anno del «disagio», dopo un difficile intervento chirurgico: «Porto in gara una canzone "fisica". Ho avuto paura che il mio corpo non tornasse come prima»

Sabato 08 Febbraio 2025, 11:13

«Ho sempre cercato, nel mio percorso, di fare cose che potessero restare, di lasciare un segno non per essere celebrata o ricordata, ma di costruire qualcosa che aiutasse le persone a sentirsi meno sole, a rendere “leggermente più bella” la musica italiana, perché sono grande fan della musica, e la bellezza è la linea guida». Così Francesca Michielin descrive i suoi quasi trent’anni, di cui la metà passata sulle scene, un traguardo (parola a lei cara, da enorme amante della Formula 1), che taglierà il 25 febbraio, poco dopo l’avventura a Sanremo con il brano Fango in Paradiso.

Terza volta in gara (la prima fu nel 2016 con Nessun Grado di Separazione, secondo posto che le regalò anche l’esperienza all’Eurovision dopo la rinuncia degli Stadio, vincitori) è una canzone che - come lei stessa racconta alla Gazzetta - arriva in un momento speciale: «È il mio brano più “fisico”, viscerale: sono reduce da un anno di disagio, in cui il mio corpo è stato sottoposto a un intervento importante, avevo dolori e mi chiedevo se sarei mai tornata come prima. Quindi non solo canto una canzone che mi piace, ma un corpo che è rinnovato, più forte. Sapevo che sarei tornata a cantare, ma sono molto emotiva, faccio un lavoro per cui il corpo mi serve. Non è stato facile accettare tutto, mi sento piena di gratitudine, ho rischiato grosso».

Al primo ascolto per la stampa ha colpito il testo, piuttosto cinematografico, ricco di immagini quasi «visibili». Ma Francesca resta fedele al suo ruolo da musicista, oltre che cantautrice, e le prime prove dal vivo l’hanno confermato: «È una canzone in cui l’orchestra si esprime al 110%, di grande effetto. Sicuramente è un brano malinconico, ma è anche molto vivo, a un certo punto esplode di rabbia, anche nel modo di cantarlo si sente lo sfogo. È una ballad canonica, la struttura è classica, con un giro di accordi che si sviluppa, a cui si accosta un testo “poco sanremese”. Mi sono concessa di essere poetica a modo mio, come fanno tanti artisti che amo e seguo, Harry Styles, Taylor Swift, Olivia Rodrigo, che utilizzano tanto archi, violoncello, pianoforte senza perdere la modernità. Mi piace ritornare un po’ alla pulizia del suono, dopo anni di elettronica, dance e balletti».

Tanta curiosità, quindi, sul brano in gara, totalmente autobiografico: «Noi brave ragazze incontriamo spesso cattivi ragazzi - continua - questa storia, che mi aveva spento e traumatizzato pur essendo stata la più importante della mia vita - non ero mai riuscita a elaborarla. L’anno appena trascorso, che io chiamo quasi amichevolmente “l’anno del disagio”, mi ha aiutato a tirarla fuori. E il titolo Fango in Paradiso rappresenta tutto quello che sporca l’idillio, quell’imperfezione».

Per gli impazienti di Sanremo, questa notte è uscita una nuovissima versione di uno dei più grandi successi di Francesca Michielin, L’amore esiste reloaded, per i dieci anni del brano, doppio disco di platino: «È un inno all’amore senza differenze, e la nuova produzione è stata curata da okgiorgio (Giorgio Pesenti), che ha dato una veste ritmica e sonora al brano, rendendolo ancora più attuale e versatile, richiamando quel mondo dorato di noi “bimbi del Primavera Sound”». Per la serata delle cover, invece, Francesca sarà a Sanremo con il compagno di gara Rkomi, sulle note de La nuova stella di Broadway di Cesare Cremonini: «Sono fan di Mirko da sempre, ci eravamo conosciuti di persona a X-Factor, volevamo lavorare insieme. Poi lui ha appena compiuto trent’anni, io ci sto arrivando, abbiamo scelto di celebrare approfittando della nuova regola di Carlo Conti che ci consentiva di duettare pur essendo entrambi in gara. E la scelta è caduta su Cremonini perché è uno dei più grandi cantautori viventi che questo Paese ha. Poi siamo a trent’anni dalla scomparsa di Ginger Rogers, mi ci sono mascherata anche a Carnevale quando ero piccola».

Un’ultima battuta su Fedez, con cui ha condiviso la partecipazione a Sanremo 2021, con Chiamami per nome: «Siamo stati una delle prime coppie a unire pop e rap. Non è vero che nel cast parlava solo con Emis Killa, noi parliamo ancora. Per il resto non voglio commentare, è un momento di dolore e caos, non serve aumentare il chiacchiericcio». E fra altri trent’anni? «Forse non farò questo lavoro, chissà. Mi darò alla ceramica, da buona figlia di artigiani».

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