FRANCAVILLA FONTANA - «Il contatto umano è la musica più importante della mia vita. Finché ci sarà qualcuno per cui cantare io farò questo mestiere». Veronica Scoppelliti, conosciuta artisticamente come la romana Noemi, 42 anni, con le origini nella profonda Reggio Calabria, stasera alle 21 si esibirà a Francavilla Fontana, in Piazza Giovanni XXIII, nella terza tappa pugliese consecutiva del sedicesimo tour della sua quindicinale carriera al tempo di una maratoneta.
Trentasei date in cinque mesi. Dall’alba «dal vivo» della svizzera italiana Valposchiavo del 3 maggio al «tramonto» sul «Tacco» di Poggio Imperiale il 6 ottobre prossimo, la cantante che debuttò da musa di Francesco Bianconi e Vasco Rossi, calando sul tappeto il Jolly da interprete, corre in questa estate con una media di un concerto ogni 4 giorni. Perché per la donna dalle forti membra pop esibirsi in pubblico è come essere «Bagnati dal sole», godendo di quel calore che il 21 giugno 2017, giorno della Festa della Musica, l’ha fatta entrare nel Guinness dei Primati. L’artista, allora, conquistò il record mondiale per il maggior numero di concerti, nove, eseguiti in 12 ore.
A pensarci Noemi se la ride, contagiandoti con il suo calore canoro. Eppure per la cantante per la quale il rapporto con i fans «è irrinunciabile», nel suo ultimo ventottesimo singolo dichiara che si può non avere «bisogno di te», sconfessando a distanza di tempo la title track da lei scritta nell’album del debutto Sulla mia pelle, in cui «senza di te il giorno» era «perso». Ma in realtà, la sette volte battitrice del Festival confessa che «noi abbiamo bisogno di altro, perché non siamo delle isole. Per fortuna abbiamo la facoltà di scegliere il prossimo, buttando la carta che ci rende meno felici. È la sofferenza che ci rende persone migliori. In fondo, la morale della canzone “Non ho bisogno di te” è che non si deve aver paura di stare bene. Il brano è un urlo di riscatto».
Noemi si confessa. E lo fa con la sua vocazione: cantare. Due pezzi che ben stanno sul lettino dello psicologo sono entrambi passati dall’Ariston tra il 2021 e il 2022: Glicine e Ti amo non lo so dire. Lei dice alla Gazzetta che «la musica mi dà la forza di tirare fuori l’anima. Io credo nella sincerità dei testi e nella poesia. Se dici una bugia, invece, il pubblico ti becca. Ed io credo nella sincerità di tutte quelle che persone che hanno lasciato un marchio sul mio percorso musicale». La verità, Noemi la cucina a fuoco lento. L’ultimo album della carriera, il sesto, che come suggerisce il titolo ha segnato la sua «Metamorfosi» con un prodotto raffinato, affidandosi alla premiata ditta Mahmood-Dardust e al contributo del chitarrista Andrea Rigonat, risale al 2021. E col quale Noemi aveva rinnovato la sua discografia a distanza di tre anni dal precedente Made in London, contaminato con sonorità aggressive ricercate nell’Uk dai collaboratori di Placebo. Una traccia, quest’ultima, di una possibile riconversione linguistica di Noemi, che coglie l’assist per una futura interpretazione della canzone in inglese, che esalti le sue corde soul, R’n’B e blues. «Perché no? Potrebbe essere una svolta della mia carriera…».