Nell’attesa di dare alle stampe un nuovo disco “americano” – peraltro già in lavorazione almeno sotto il profilo progettuale – la cantante andriese Patty Lomuscio celebra con l’album “I Sing Caterina” una delle prime voci italiane a essersi affermate nel panorama internazionale del dopoguerra e cioè Caterina Valente. Novantatreenne, forte di un successo che, quando era ancora in carriera, la portò a vendere sino a quindici milioni di dischi, Caterina Valente era forse nota e cara al pubblico più anziano, almeno fino a quando, dopo l’inserimento nella colonna sonora di uno dei film di Spiderman, il suo “Bongo Cha Cha Cha” del 1959 non è approdato su Tik Tok diventando virale con la bellezza di 250 milioni di visualizzazioni. Un ritorno di fiamma inaspettato, senza dubbio, ma che da solo, al di là della notorietà del brano tra i giovanissimi, non rende comunque giustizia a un’artista a tutto tondo (attrice, cantante, chitarrista, ballerina…) che nella propria carriera può vantare di aver diviso il set e il palcoscenico con colleghi del calibro di Gilbert Becaud (benché italiana, era nata a Parigi) e poi ancora Chet Baker, Vittorio De Sica, Perry Como, Dean Martin, Ella Fitzgerald, Bing Crosby, Paul Anka, Louis Armstrong e l’elenco potrebbe continuare ancora a lungo.
Una premessa necessaria per sottolineare l’opportunità di una scelta discografica che, come racconta nelle accurate note di copertina lo scrittore Idalberto Fei, ha spinto la Lomuscio ad approfondire il personaggio Valente sia sotto il profilo della non comune tecnica vocale, sia sotto quello dello stile e del repertorio. E che forse, aggiungeremmo, spiega anche perché, pur ripercorrendone alcuni dei successi più noti, ha spinto la cantante pugliese a non includere proprio “Bongo Cha Cha Cha”. Le scelte interpretative si sono infatti orientate su “Istanbul”, che nel 1955 lanciò la Valente sulle scene internazionali o su brani come, fra i tanti, “I love Paris” di Cole Porter, sua cover di grande successo in Germania; “Bonjour Kathrin”, dall’omonimo film del 1956 diretto da Karl Anthon; “Personalità”, un successo del 1959 ripreso anche da Mina e Celentano; “Caterina”, scritta per lei dal band leader americano Perry Como; “Stanotte come ogni notte” che nel 1962 fu la sigla del programma televisivo “Nata per la musica”, affidatole dalla Rai. Sono questi alcuni dei dodici titoli in scaletta ai quali si aggiunge, unico brano originale, “Hai capito lei chi è?” su testo di Idalberto Fei e musica del barese Gianni Giannotti, che apre la selezione d’ascolto.
Senza fare ricorso a tecnicismi funambolici, ma con una grande attenzione all’eleganza interpretativa e all’espressività, la Lomuscio ci regala quindi questo intelligente omaggio che consentirà ad alcuni di rinverdire i ricordi del passato e ad altri – che auspichiamo molto più numerosi – di scoprire una grande voce di un’epoca passata, ancora in grado di dire più di qualcosa alle nuove generazioni. In combinazioni strumentali variabili, contribuiscono e non poco alla riuscita del disco Vito Di Modugno a organo, piano elettrico e arrangiamenti, Pietro Condorelli alla chitarra, Massimo Manzi alla batteria, Mino Lacirignola alla tromba e Pino Pichierri al clarinetto.