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Stefano Bollani a Bari: «Questa città per me è un luogo del cuore»

Stefano Bollani a Bari: «Questa città per me è un luogo del cuore»

 
Ugo Sbisà

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Ugo Sbisà

Stefano Bollani a Bari: «Questa città per me è un luogo del cuore»

Recital al pianoforte domenica 16 aprile al Petruzzelli ospite della Camerata

Domenica 09 Aprile 2023, 12:30

«Bari è per me uno dei luoghi del cuore, una città che mi ha accolto ai tempi del Fez, quando ancora non ero noto (all’incirca nei primi Anni ‘90, ndr). Non dico che mi sentissi a casa, perché per me, che venivo da Milano e Firenze, rappresentava un universo sconosciuto, ma il suo pubblico, i suoi musicisti, mi hanno davvero coccolato, per cui considero questo concerto al Petruzzelli come un ritorno alle origini». Parla così il pianista Stefano Bollani, che il prossimo 16 aprile terrà un recital per pianoforte solo al teatro Petruzzelli, inserito tra gli Eventi fuori abbonamento della stagione della Camerata. I posti disponibili sono ormai agli sgoccioli e, nell’apprenderlo, il Nostro ovviamente ne rimane lusingato.

Bollani, lei alterna i progetti ai recital per solo pianoforte e in questi ultimi dà sfogo a tutta la sua fantasia. Cosa ci si dovrà aspettare stavolta?

«Cominciamo col dire che questo di Bari è il primo concerto che tengo dopo essere stato fermo per quasi un anno e mezzo: prima il lockdown, poi gli impegni televisivi, mi hanno tenuto lontano dalle scene, per cui non posso nascondere di sentirmi molto emozionato, perché torno finalmente davanti al mio pubblico e sono curioso di vedere cosa accadrà. Posso però anticipare che, rispetto al passato, questa volta avrò una scaletta, del resto ho avuto un anno e mezzo per pensarci e quindi non ho scuse. Però le sorprese non mancheranno comunque».

Il recital barese coincide con l’uscita del suo nuovo disco. Includerà anche i brani della registrazione? Può parlarcene?

«È vero, a fine mese uscirà per la Sony il mio Blueming, un titolo che significa fioritura e in effetti lo considero quasi come una rinascita. Il cd contiene tutte mie composizioni nuove, parte delle quali sono state eseguite in tv a Via dei Matti. Le eseguirò anche in concerto».

Parlare di «Via dei Matti» è inevitabile. Per l’ennesima volta, lei ha dimostrato ai dirigenti televisivi che non è vero che la musica in tv fa audience solo a Sanremo.

«In realtà sono contento di vedere che tutta la musica stia crescendo in televisione, anche al di fuori dello spazio che mi è stato concesso: cresce la musica e crescono i programmi che ne parlano, che la raccontano rivolgendo lo sguardo anche al passato. Perché conoscere la musica del passato e il passato della musica è indispensabile».

Ecco, a proposito di raccontare la musica, ha mai pensato che «Via dei Matti» potrebbe diventare anche un format teatrale?

«In effetti con Valentina Cenni ci abbiamo pensato, ma per ora è soltanto un’idea. Senza dubbio ci piacerebbe poter portare quell’esperienza anche su un palcoscenico dal vivo e misurarci col pubblico in un contatto diretto».

Parliamo di jazz: grazie a «Via dei Matti» abbiamo visto in tv più jazzisti italiani di quanti non ne fossero apparsi negli ultimi cinque anni, se non di più.

«Era proprio questa l’idea del programma, proporre ai telespettatori un ascolto di qualità anche a prescindere dalla notorietà degli artisti che ospitavamo. Era un modo di mettere il contenitore al servizio del contenuto e di sottolineare che il valore musicale di Fabrizio Bosso o Gianluca Petrella non era inferiore a quello di Francesco De Gregori, ma solo che agivano in ambiti diversi. E la scelta ha pagato».

Per concludere, nella sua carriera lei ha condiviso il palco con colleghi di notorietà internazionale, da Chick Corea a Caetano Veloso. C’è ancora un sogno che vorrebbe realizzare?

«In realtà anche grazie alla televisione ho incontrato quasi tutti i grandi con i quali mi sarebbe piaciuto suonare, ma… adesso che ci penso, sì, un sogno ce l’ho ed è di poter suonare con Herbie Hancock. Ci conosciamo e fra noi c’è una certa simpatia; in passato abbiamo anche condiviso il palco in Brasile, ma ognuno con il proprio set. Ecco, con Herbie mi piacerebbe tanto riuscire a fare qualcosa. Potremmo provarci, chi può mai dirlo».

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