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Tormento incontra i fan del rap a Bari

 
Nicola Morisco

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Nicola Morisco

Tormento incontra i fan del rap a Bari

«Io, un ponte con la nuova generazione»

Lunedì 24 Agosto 2020, 10:29

È in attività dal 1991 ed è stato la voce dei Sottotono che, con brani come La mia coccinella, Tranquillo, Dimmi di sbagliato che c’è e altri ancora, hanno contribuito a introdurre in Italia un genere musicale nuovo, che oggi con il suo sviluppo e, quindi, con la trap, è il genere musicale più apprezzato dai giovani. Parliamo di Tormento che, mercoledì dalle 17 alle 18 presso lo store Banana Moon in pieno centro a Bari, terrà un meet&greet, ovvero un evento dedicato alla relazione e al confronto con il pioniere e pilastro dell’hip-hop italiano.

Tormento, come si svolgerà questo particolare incontro con i fan?
«Saranno mantenute tutte le norme di sicurezza, cercando dei punti d’incontro. Chi è più grande può farne a meno, ma per chi è più giovane la vita sociale sta alla base dei rapporti giornalieri. Quindi questo evento nasce come voglia di creare un momento di interazione nonostante le difficoltà».

Il pubblico di questi appuntamenti è ampio. Va da chi in passato ascoltava i Sottotono a chi più giovane ha apprezzato «Acqua su Marte» brano del 2019 che ha realizzato con J-Ax. Si ritiene un ponte tra le generazioni?
«Sì, esattamente. Ho sempre cercato un dialogo fra i miei coetanei e i giovani di oggi. Questi ultimi rompono i tabù, invece chi è grande deve assumersi la responsabilità di educare, anziché criminalizzare. Quindi cerco di essere la voce di chi da anni ha una famiglia, come me e dall’altro, invece, mantenere un contatto con i giovani, soprattutto con questi nuovi trapper che hanno conquistato il mercato discografico italiano. Ciò serve a me come linfa artistica, poiché riesco meglio a comprendere la direzione della musica e della comunicazione e per loro, pin quanto fungo da guida».

Cosa apprezza maggiormente del suo percorso artistico trentennale?
«Sono davvero contento del fatto che ci avevamo visto lungo, nel senso che negli Anni ‘90 eravamo degli alieni. Bastava un pantalone largo per mandare in crisi chi ti guardava e ti osservava come se venissi da un altro mondo. Quindi mi fa piacere che oggi il rap sia uno dei linguaggi in cui la musica si trova più comoda. È come essere giornalista attraverso la musica. Ci sono generi che hanno bisogno di più tempo per essere metabolizzati. Il rap è così istantaneo che diventi un reporter del momento che stai vivendo».

Come osserva questo particolare momento storico che stiamo vivendo?
«Il lockdown ha creato difficoltà in tutti i settori. Ero al lavoro con l’amico e collega Fish per realizzare nuovi brani come Sottotono, cosa che ultimeremo nei prossimi mesi. Quindi anche la musica è stata ostacolata. Noi artisti siamo un po’ più resilienti, però c’è tutto un mondo dietro come organizzatori, promoter, pubblicitari, ecc, che non fa la vita d’artista e vive e lavora di mese in mese. Mi spiace che questo settore venga visto sempre come un qualcosa di non serio».

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