Prima la sofferenza, poi il pianto, e infine la preghiera per le vittime, della tragedia ferroviaria del Nord Barese, poi, sale la rabbia per questo «cervello umano» che non ha impedito, al crudele destino lo scontro, tra due treni.
Ma al buonismo, itaiano, ipocrita, e mai critico, e di passerelle menzognere, si elevano le voci, libere, autorevoli e veritiere, della «Gazzetta» e del suo direttore, De Tomaso, quando scrive: «Perché nessuno ha pensato bene di imporre alle ferrovie in concessione, il ricorso agli standard di sicurezza in vigore sui binari della rete Nazionale, non ci ha pensato il Governo, centrale, non ci ha pensato la Regione, non lo hanno chiesto i Sindacati, troppi intrecci elettorali, troppe mangiatoie pseudo-manageriali, grovigli tra classe politica locale, e classe imprenditoriale rapace e parassita, assunzioni e favori intrallazzi e mercimoni. Una mattina di luglio, tante vittime, che hanno anche pagato il biglietto pensavano certamente di non andare a morire, e nel dolore, anche le cicale, hanno smesso di frinire, nella terra degli ulivi, oggi terra, addoorata, di lutti e di memorie.
Nicola Maselli, Bari