BARI - Trentaquattro anni da pochi giorni, sette cani che le fanno compagnia quando porta al pascolo il suo gregge e 150 tra pecore e capre da gestire. Non si tratta né della descrizione del Presepe né dell’inizio di un poema bucolico ma è la quotidianità di Mariantonietta Scalera. Una imprenditrice agricola si definisce ma da tutti è conosciuta come la pastora della Murgia.
Una «Heidi» del 21esimo secolo che, immersa nel paesaggio della campagna brulla e sassosa dell’Alta Murgia, a pochi chilometri da Altamura, gestisce con suo padre un’azienda zootecnica con mucche, capre, pecore e maiali. Tanto duro lavoro e tanti sacrifici che a lei, ci confida, non spaventa. Anzi. «Non è soltanto un lavoro ma una scelta di vita: sono sempre stata appassionata di animali», dice Mariantonietta i cui occhi, sotto la sua fluente chioma di capelli, sprizzano luce, quella tipica luce che disegna il paesaggio dell’Alta Murgia e ne mette in risalto la bellezza. «Da piccola andavo a svegliare mio padre alle 5 del mattino per mungere le mucche e, comunque, ho frequentato l’Istituto tecnico agrario e, dopo il diploma, mi sono dedicata all’azienda. Il mio mondo non è in città ma a contatto con la natura».
Una donna del Sud che, a differenza di sua sorella e dei fratelli («loro hanno fatto scelte differenti»), ha preferito, fin da piccola, guardare il gregge. A costo di farsi carico di una vita dura. Fuori dal gregge.
La giovane pastora di Altamura, racconta, trascorre le giornate tra le plaghe brulle dell’Alta Murgia, circondato da sentieri, trulli, ferule, dai suoi cani («Briciola, la volpina è quella che più mi dà una mano insieme a Ringo, un incrocio tra un pastore australiano e un “Border Collie”»), dalle pecore dalle capre.
Mi occupo della mungitura, del pascolo che avviene ogni giorno per circa 3/4 ore ma molto dipende da come va la stagione: se piove poco, c’è ben poca erba da brucare. Ci sono operazioni che vanno svolte ogni giorno: la mungitura e l’alimentazione. Dalle 6 del mattino alle 8 di sera ma, tra un po’ inizieranno i parti delle pecore e della capre e, quindi, i tempi si allungano perché occorre assicurare che tutti gli animali, al rientro nell’ovile, ritrovino i loro cuccioli e diano loro da mangiare. Con gli animali devi avere spirito di osservazione e molta empatia per cercare di capirli»...