Lavori in altezza senza protezioni e con il rischio concreto di cadere giù. Succede anche all’interno del cantiere del sesto lotto della Tito – Brienza. Mentre il completamento della strada è atteso da decenni soprattutto dai cittadini di Brienza, gli ispettori dell’Unità operativa di medicina del lavoro dell’Azienda sanitaria sono piombati sul cantiere e nel corso di controlli hanno bloccato la costruzione di un pilone che dovrà sorreggere un tratto della carreggiata. Motivo del sequestro (convalidato dal gip di Potenza Antonello Amodeo) l’inosservanza delle norme di sicurezza relativamente al rischio caduta dall’alto. In particolare, le inadempienze rilevate dagli esperti, coordinati da Biagio Schettino, riguardano l’assenza di parapetti e il mancato uso di imbracature da parte dei lavoratori.
Ce n’erano due sul pilone al momento del blitz degli ispettori dell’Asp. Due figurette a 10 metri di altezza che sembravano muoversi al rallentatore. «Rischiavano di sfracellarsi al suolo - commenta uno degli ispettori -. Tranne il casco, non avevano altre protezioni per un’eventuale caduta dall’alto». Per questo motivo è scattato il sequestro del pilone e allo stesso tempo la denuncia per il titolare dell’azienda incaricata di realizzare i lavori in quel tratto (i lavori del sesto lotto della Tito – Brienza sono stati frazionati in mini lotti affidati in subappalto). Oltre alla denuncia ed alle previste sanzioni, i sigilli hanno naturalmente provocato la sospensione dei lavori di costruzione del pilone e non è dato sapere per quanto tempo. Il blitz degli ispettori dell’Asp ha riguardato anche i cantieri per la costruzione delle gallerie San Giuliano e Casola. Anche qui l’attività era carente in materia di sicurezza, ma in questo caso non è scattato alcun sequestro perché non c’era un pericolo imminente per la vita degli operai.
Le irregolarità rilevate, però, sono state tante, al punto tale che gli ispettori hanno comunque ordinato al coordinatore della sicurezza di sospendere i lavori fino a quando le anomalie non saranno superate. Sono stati sanzionati il titolare della ditta appaltatrice, il titolare della ditta che opera in subappalto e il coordinatore per la sicurezza. Il sesto lotto della Tito - Brienza (la cosiddetta variante di Brienza), è costato 120 milioni di euro, novanta provenienti da risorse regionali (le royalty petrolifere) e trenta a carico dell’Anas. I lavori, appaltati nel 2014, sono partiti solo due anni fa e hanno fatto tirare un grosso sospiro soprattutto ai cittadini di Brienza, visto che il progetto del sesto lotto bypasserà il centro abitato. Un sogno, una speranza che sta per tramutarsi in realtà, che di colpo cancellerà problemi enormi di traffico, che Brienza, insieme all’inquinamento acustico, ha sopportato e mal digerito da anni. Stiamo parlando di un’infrastruttura fortemente voluta dal territorio che ha trascinato fino ai giorni nostri svariate querelle anche politiche. Oltretutto va messo in conto la valenza strategica dell’arteria che darebbe respiro a diversi territori, dalla Val d’Agri al Lagonegrese, dal Vallo di Diano al Cilento, e soprattutto a tutta la comunità di Brienza. Ma il blocco dei lavori in parte dei cantieri potrebbe allungare i tempi di ultimazione.
(foto Tony Vece)