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Bitonto, un tesoro nella tomba: due corpi e il vino

 
Marisa Ingrosso

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Marisa Ingrosso

La Soprintendente Piccarreta: tomba intatta, corredo funebre di enorme valore scientifico

Giovedì 22 Aprile 2021, 11:03

Una donna misteriosa disposta supina, le mani sul ventre, e un altro essere umano, posto ai suoi piedi e passato a miglior vita pochi anni prima di lei. Tutt’attorno, per la loro «eternità», coppe per il vino e oggetti di valore definito «inestimabile» per il perfetto stato di conservazione ed essendo risalenti - stando alle prime ipotesi degli studiosi - a oltre 2.300 anni fa. La sepoltura rinvenuta a Bitonto (qui le foto esclusive per i lettori de «La Gazzetta del Mezzogiorno») è di tale pregio da far vibrare di emozione la voce della Soprintendente ad interim, architetto Maria Piccarreta: «Ha un valore enorme dal punto di vista scientifico - spiega - e nella tomba c’era un corredo (funebre; ndr) completo ed era intatto, nessuno vi aveva avuto accesso finora».


La Soprintendenza ABAP-Archeologia Belle arti Paesaggio per la Città Metropolitana di Bari, spiega che - nell’ambito della sorveglianza ai lavori di riqualificazione di Piazza Caduti del Terrorismo, a cura dell’Amministrazione comunale - ha coordinato il recupero del corredo della tomba: «Nel corso delle indagini, lungo il margine Sud della piazza è stata individuata e riportata alla luce una struttura funeraria intatta, di grande valore culturale. La tomba, a fossa, interamente scavata nel banco roccioso e parzialmente regolarizzata da blocchi in pietra locale disposti in un unico filare, era coperta da grandi lastre calcaree e parzialmente rivestita internamente da blocchetti calcarenitici e tegole. La struttura conteneva i resti di due individui sepolti in momenti differenti e a pochi anni di distanza. Il più recente era stato deposto supino con le mani sul ventre. I primi riscontri effettuati in corso di scavo sui resti scheletrici consentono di ipotizzare che si trattasse di una donna, per far spazio alla quale, all’atto della deposizione, i resti ossei del primo destinatario della tomba furono raccolti e collocati in prossimità dei piedi della defunta».
«Le deposizioni - continua la Soprintendenza - erano accompagnate da un corredo funerario di grande valore, costituito da vasi scialbati che alludono al consumo del vino: un cratere a mascheroni - straordinario per dimensioni e stato di conservazione - munito di piede mobile e coperchio, un’oinochoe e un kantharos, utilizzati rispettivamente per contenere, versare e bere il vino. Il corredo è stato rinvenuto completo, in quanto la tomba non era mai stata intercettata. Completavano il corredo una pseudo-pisside sormontata da una delicata figura femminile inginocchiata, un piatto in frammenti, anch’esso scialbato, e un peso da telaio».

In base alle osservazioni preliminari, la struttura funeraria e il suo straordinario corredo «sembrerebbero databili ad età ellenistica (III sec. a. C.)», in pratica, nel periodo in cui veniva eretto il faro di Alessandria, una delle Sette Meraviglie del mondo.
Funzionari archeologi della Soprintendenza hanno garantito il coordinamento (Caterina Annese), controllo (Anna Maria Tunzi) effettuato le prime analisi sui resti scheletrici (l’antropologa Elena Dellù) e sul corredo e la struttura funeraria (Ebe Princigalli e Cristina Tiberini) coordinando la delicata operazione di trasporto del prezioso corredo funerario e dei resti umani messi in luce. I reperti sono ora custoditi nei laboratori della Soprintendenza, dove saranno sottoposti ad analisi antropologiche.
«Conclusi gli studi - spiega la Soprintendenza - il corredo sarà presentato in una mostra che contribuirà alla ricostruzione della storia più antica di Bitonto. Sarà narrato il rituale funerario adottato, le cui tracce rilevate in corso di scavo suscitano notevole interesse scientifico, insieme ai risultati delle analisi dell’intero contesto del rinvenimento».

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