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Redazione online (foto Luca Turi)
28 Novembre 2019
A distanza di 42 anni dall’omicidio di Benedetto Petrone, che ha segnato una delle pagine più drammatiche della storia della città, l’Università degli Studi di Bari "Aldo Moro" ha intitolato la sala studio del Centro Polifunzionale al giovane operaio antifascista ucciso a Bari il 28 novembre del 1977 in un agguato compiuto da militanti del Movimento sociale italiano.
«E' un’intitolazione fatta alla memoria - ha detto il rettore Stefano Bronzini -. E’ importante che i giovani non dimentichino, ma è importante che tutta la città di Bari non dimentichi quegli anni e in particolare Benedetto Petrone che di quegli anni fu vittima. Era doveroso che l’università, luogo dove si raccolgono i giovani, riconoscesse questo ruolo ad una immagine simbolo qual è quella di Benedetto Petrone, un operaio antifascista ucciso da squadracce uscite da sedi fasciste».
In Questura, a Bari, invece, si è svolta una cerimonia commemorare la scomparsa dell’appuntato delle disciolte Guardie di PS Giuseppe FILIPPO del 28 novembre 1980, assassinato ad opera di un commando di terroristi dell’organizzazione eversiva “Prima Linea”. Nel 2005 è stata conferita la medaglia d'oro al valore civile alla memoria.
Mentre rincasava, in uniforme, al termine del servizio, veniva affrontato da alcuni individui travisati che tentavano di sottrargli la pistola d’ordinanza. Prontamente reagiva, ingaggiando una colluttazione nel tentativo estremo di difendere la propria arma. I malviventi, allora, esplodevano due colpi di pistola, gli sottraevano l’arma e si davano a precipitosa fuga a bordo di autovettura rubata. Perdeva la vita subito dopo al Policlinico.
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