LECCE - Prendersi cura dei gatti in città va bene, ma nel rispetto dell'ambiente circostante. È in sintesi il pensiero del'assessore Angela Valli, che questa mattina, in commissione Ambiente, ha presentato, su invito della presidente Natasha Mariano, due ordinanze del dirigente finalizzate ad assicurare una migliore e più ordinata gestione della presenza in città di gatti liberamente circolanti sul territorio.
La prima è finalizzata a ricondurre all’ordine il fenomeno della somministrazione di cibo e acqua ai gatti vaganti o stanziali in colonie feline. Accade infatti che in città siano presenti luoghi nei quali viene somministrato regolarmente cibo – spesso inadeguato alla corretta dieta dei felini – o resti di pasti umani su supporti inadeguati, come piattini di plastica o giornali, senza alcun ripristino della pulizia dei luoghi al termine della somministrazione, con il pericolo di attirare insetti o roditori. Spesso, inoltre, i luoghi scelti per dare da mangiare ai gatti sono insicuri per la loro incolumità, come incroci o strade a scorrimento veloce, e finiscono per provocare incidenti dei quali restano vittime i felini.
Con l’ordinanza la somministrazione di cibo o acqua resta consentita, ma solo in contenitori adatti e con l’obbligo di ripristinare lo stato dei luoghi al termine della somministrazione. Dunque, stop ai residui di pranzi e cene collocati ai bordi della strada, con il divieto di depositare cibo secco o umido per terra o su fogli di giornale alluminio o supporti non idonei. Le uniche ciotole che potranno rimanere in situ saranno quelle destinate alla somministrazione dell'acqua, ma anche quelle devono essere regolarmente pulite per evitare il rischio di proliferazione insetti.
La somministrazione sarà vietata in luoghi pericolosi come marciapiedi in strade a scorrimento veloce o in prossimità di incroci, su spartitraffico e in aree a parcheggio e nelle immediate vicinanze di ingressi di abitazioni civili e utenze non domestiche (negozi, supermercati, ristoranti) entro un raggio inferiore a tre metri dagli ingressi a meno che non abbia un consenso esplicito da parte dell'utenza coinvolta.
Ai fini del censimento delle colonie, poi, l’ordinanza stabilisce l’obbligo da parte di chi somministra cibo in maniera non occasionale di auto dichiararsi all'ufficio Ambiente, fornendo generalità e siti di somministrazione del cibo, al fine di consentire all'ufficio di avere contezza della distribuzione e della consistenza delle colonie e dei gatti non censiti, consentire controlli e sopralluoghi anche per stabilire se effettivamente il luogo di somministrazione è idoneo o meno.
Per chi abbandona in strada residui di cibo in contenitori non idonei e non si preoccupa di rimuoverli è prevista una sanzione dai 300 ai 1600 euro. Per tutte le altre violazioni delle ordinanze le sanzioni saranno comprese tra i 25 e i 500 euro.
C'è poi un'altra ordinanza– già emessa il 4 ottobre scorso – che prevede l’obbligo di iscrizione sistematica in anagrafe informatizzata regionale di tutti i gatti di proprietà privata, con contestuale identificazione con microchip e, per i veterinari, come prescritto dalla legge regionale il dovere di informare i propri clienti con l’esposizione delle informazioni necessarie. Finalità della legge è contrastare l’abbandono dei gatti e favorire la restituzione al proprio ambiente domestico di quei gatti che si smarriscono o incappano in incidenti stradali.
«Amare gli animali significa prendersene cura in maniera idonea, scegliendo il meglio per loro e per l’ambiente circostante – ha detto l’assessora all’Ambiente Angela Valli – con questi provvedimenti andiamo ad arginare alcuni fenomeni che generano pericolo per gli animali e i cittadini e che occorre ricondurre a corretta gestione, anche a beneficio del decoro urbano. Ringrazio il dirigente Magnolo, il funzionario Paladini e la dottoressa Fiammata per il lavoro complesso che svolgono quotidianamente per assicurare, con la fondamentale collaborazione di associazioni di volontariato e Asl, la cura e il controllo della presenza dei felini sul nostro territorio».