Anche Ugento, ora, ha il suo nido di tartarughe da proteggere. Custodi speciali, il guardiano notturno di uno stabilimento balneare e un ambulante indiano: sono stati loro, per primi, ad accorgersi della presenza della Caretta caretta e delle sue 97 uova. Ora si attende il compiersi del “miracolo” della vita: la schiusa e l’istintivo dirigersi delle piccole tartarughe verso il mare.
La scoperta in località Fontanelle, sul tratto di spiaggia libera tra il “Vivosa” e il “Coco Loco”, nella notte tra giovedì e venerdì. Un ambulante originario dell’India, che stava dormendo nella sua tenda sulla spiaggia, ha sentito i rumori della tartaruga marina, che stava uscendo dall’acqua. L’uomo ha allertato il guardiano notturno dello stabilimento del Vivosa, Francesco Primoceri, che a sua volta ha chiesto l’intervento del Centro di recupero delle tartarughe marine di Calimera e della Asl. Las tartaruga, nel frattempo, dopo aver lasciato il suo «tesoro» sotto una coltre di sabbia ha ripreso il mare.
Sul posto è giunto il responsabile del Centro, Piero Carlino, che ha individuato e lo ha spostato. La tartaruga aveva deposto a circa quattro metri dal bagnasciuga, in una posizione a rischio allagamenti. Per questo il nido è stato spostato a una ventina di metri dalla riva e messo al sicuro. Ad assistere all’operazione c’erano il dottor Remigio Venuti, direttore dell’Area A, e l’ispettore Gianluca Riso, tecnico della prevenzione dell’Area C del Dipartimento di Prevenzione della Asl di Lecce. Informata anche la capitaneria di porto. «Abbiamo tutti preso a cuore il nido - racconta il guardiano Francesco Primoceri - io, i colleghi e il venditore ambulante indiano. Vigileremo affinché non accada nulla di spiacevole. Non vediamo l’ora che arrivi settembre per assistere al meraviglioso spettacolo della schiusa». Con quello di Torre San Giovanni, salgono a quattro i nidi: due sono a Gallipoli, il terzo a Pescoluse.
(in foto Piero Carlino, responsabile del centro recupero tartarughe marine)