Sabato 06 Settembre 2025 | 20:52

Da Molfetta a Roma: «I giorni del non detto» a cura di Augusto Ficele e Zingonia Zingone

 
Claudio Mezzina

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Claudio Mezzina

La libreria “Spazio Sette”, dagli alti soffitti affrescati da Ludovico e Giacinto Gimignani, ha ospitato lo scorso 10, 11 e 12 luglio la rassegna sostenuta dall’associazione di promozione sociale “Oratorium”

Venerdì 14 Luglio 2023, 20:03

15 Luglio 2023, 08:11

MOLFETTA - Una delle più affascinanti librerie di Roma, “Spazio Sette”, dagli alti soffitti affrescati da Ludovico e Giacinto Gimignani e situata in via Dei Barbieri 7, a pochi passi da largo Argentina, ha ospitato lo scorso 10, 11 e 12 luglio la rassegna culturale e artistica “I giorni del non detto”, sostenuta dall’associazione di promozione sociale “Oratorium” ed organizzata dalla poeta e traduttrice Zingonia Zingone e dal giornalista e poeta di Molfetta Augusto Ficele.

La tre giorni, fuori dal coro e distante dai nomi convenzionali dell’arte, nonostante una Roma rovente, dalle temperature da calidarium, ha attirato un gran numero di partecipanti, curata al dettaglio nella scelta delle personalità poste a discettazione e delle tematiche intorno alle quali far ruotare il dibattito.

Mesmerizzante ogni incontro: il primo, dal titolo “La bellezza rovescia il male”, ha visto confrontarsi, moderati dalla poeta Asia Vaudo, l’eminente critico d’arte Luca Nannipieri, studioso di gran pregio e ottimo divulgatore artistico pisano e Alessio Tedesco, ex detenuto nel carcere di Rebibbia e uomo che nella poesia ha trovato il rampino per sfuggire al baratro, talvolta ineluttabile, dell’errore etico e della colpa. Il secondo, moderato dalla poeta Ottavia Pojaghi Bettoni, ha visto emergere, in un débat tutto esistenziale, introspettivo, fra Sud e Nord Italia, le voci di Francesca Serragnoli e Francesco Iannone, poetici richiami di “restanza”.

Autorevolissimi, poi, i «convitati» per le due successive giornate, partendo da Davide Rondoni, fra i più importanti poeti contemporanei italiani, fino all’antropologo ormai italo-tedesco Ulrich Van Loyen e al tanatologo Davide Sisto, latori di una disamina lucidissima circa la morte e le sue propaggini fra superstizione e realtà digitale. Dunque, in chiusura, Ruggero Savinio, figlio del fulgido scrittore Alberto e nipote di Giorgio De Chirico, e Hugo Mujica, pittore, poi monaco trappista e poeta argentino di origini siculo-calabresi, chiamati a scandagliare l’importanza dell’ombra e del silenzio nella creazione di un’opera d’arte. Non riusciamo ad immaginare la possibilità per cui un evento di tale interesse e successo possa restare un unicum, un tentativo isolato le cui immagini, grafiche, ricordi, libri finiscano per diventare rare chincaglierie di valore.

Il meglio che possiamo è dunque augurare al “Non detto” una seconda edizione, la prima di una, questo auspichiamo, lunghissima serie.

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