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Manduria, il «Parco Archeologico delle Mura Messapiche» riapre dopo anni di meticoloso restauro

 
maurizio pasculli

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maurizio pasculli

E grazie alla nuova illuminazione sarà consentita la visita notturna alle rovine per un'esperienza suggestiva

Domenica 27 Ottobre 2024, 17:35

17:42

MANDURIA - Dopo un lungo e meticoloso lavoro di restauro il «Parco Archeologico delle Mura Messapiche» è stato restituito alla fruibilità dei visitatori. Nei giorni scorsi, nella chiesa di Santa Maria della Croce, si è svolta infatti la cerimonia d'inaugurazione dell'importante sito archeologico.

L'opera di riqualificazione, effettuata a cura del Segretariato Regionale del Ministero della Cultura, rientra nel progetto pilota Poli Museali d'Eccellenza nel Mezzogiorno che ingloba, oltre alle vestigia messapiche, anche il museo MarTa del capoluogo e il Parco Archeologico di Saturo a Leporano.
In particolare il complesso delle opere di riqualificazione e valorizzazione funzionale del Parco Archeologico delle Mura Messapiche di Manduria ha beneficiato di un finanziamento complessivo di oltre due milioni di euro. A fare gli onori di casa il sindaco Gregorio Pecoraro e l'assessore comunale alla Cultura Alessandro Mariggiò, quest'ultimo designato a moderare il dibattito seguito al taglio del nastro.

Ospiti istituzionali della kermesse il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ed il prefetto di Taranto Paolo Dessì. Ad introdurre i lavori il segretario regionale del ministero della Cultura per la Puglia, l'architetto Maria Piccarreta che, con l'ausilio dei professionisti che hanno collaborato al rinnovamento della zona interessata, ha illustrato, nei dettagli, le peculiarità che caratterizzano il rinnovato look del Parco Archeologico.

L'attenta platea è stata rapita, letteralmente, dal racconto coinvolgente che li ha condotti alla scoperta di uno scrigno colmo di arte e storia. Un tour, reso realistica grazie all'utilizzo di supporti digitali audiovisivi. Fra i luoghi di maggior interesse vi è certamente l'iconico fonte pliniano, dai manduriani conosciuto come «Lu Scegnu», che campeggia sul gonfalone della città. I percorsi sono stati realizzati a secco, per garantire il minimo impatto sul sostrato archeologico e la reversibilità, e sono affiancati da un profilo in corten che ne segna il tracciato, accogliendo una sorgente luminosa lineare.
L’illuminazione consente la visita notturna alle rovine rendendola un'esperienza ricca di suggestioni.

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